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Dichiarazione IVA 2017: ancora in tempo per sanare le irregolarità

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ULTIMI GIORNI per inviare la Dichiarazione IVA 2017

SOMMARIO

L’Agenzia delle Entrate ha inviato in questi giorni richieste di regolarizzazione a coloro che non hanno ancora presentato la dichiarazione IVA 2017 o lo hanno fatto con errori od omissioni.

In questo post scoprirai come comportarti in caso di dichiarazione IVA tardiva e cosa fare per evitare salate sanzioni e per sanare le irregolarità in maniera agevolata.

Come anticipato in articoli precedenti, da quest’anno la dichiarazione IVA non è più unificata con quella dei redditi (ex modello UNICO), ma andava presentata in maniera autonoma entro il 28 febbraio 2017.
Dunque cosa fare ora se la dichiarazione IVA 2017 non è stata presentata?

Cosa riguardano le nuove lettere inviate da parte dell’Agenzia delle Entrate?

In questi giorni l’Agenzia delle Entrate sta inviando ai contribuenti oltre 191mila comunicazioni via PEC, consultabili anche dal proprio Cassetto fiscale, per i quali si sono riscontrate anomalie in seguito ai primi controlli effettuati; con la comunicazione si invitano i contribuenti a regolarizzare in maniera spontanea le irregolarità circa la Dichiarazione IVA 2017.

Come comportarsi se si riceve la comunicazione?

Come specificato nel comunicato stampa dei giorni scorsi, i contribuenti hanno la possibilità di rimediare in maniera spontanea all’inadempimento, sia che esso consista in omissioni o in errori nella dichiarazione presentata, sia in caso di mancata presentazione, pagando la sanzione e gli interessi in misura ridotta avvalendosi del ravvedimento operoso.

Quali sono le principali casistiche segnalate?

I contribuenti che hanno ricevuto o riceveranno la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate sono i soggetti passivi IVA che nel 2016 hanno compilato il quadro IVA e che per il 2017 rientrano in uno dei due seguenti casi:

  • mancata presentazione della dichiarazione IVA 2017 relativa al periodo di imposta 2016 entro il termine del 28 febbraio, poi prorogato al 3 marzo;
  • errata compilazione del modello o mancanza di uno o più elementi nella dichiarazione IVA presentata.

Come rimediare agli errori?

In caso di mancata presentazione della dichiarazione IVA 2017 entro il termine, è possibile presentare una nuova dichiarazione, cd. dichiarazione tardiva, entro 90 giorni dalla scadenza originaria, ossia entro il 29 maggio, e versare le sanzioni dovute e agli interessi di mora.
Invece, in caso di errori e omissioni nella dichiarazione regolarmente presentata entro il termine, il contribuente dovrà versare quanto dovuto e le sanzioni in misura ridotta avvalendosi del ravvedimento operoso.

In che misura si versano le sanzioni?

La presentazione della dichiarazione tardiva non solleva il contribuente dal pagamento delle sanzioni e degli interessi dovuti, tuttavia è possibile distinguere due casi:

  • se dalla dichiarazione non risultano imposte dovute, il contribuente dovrà versare la sanzione nella misura fissa di € 25;
  • se dalla dichiarazione risultano imposte da pagare, oltre al versamento di quanto dovuto, il contribuente dovrà pagare la sanzione per omesso versamento in misura ridotta avvalendosi del ravvedimento operoso.

A quanto ammonta la sanzione se si ricorre al ravvedimento operoso?

Se il soggetto passivo rimedia ai propri errori o omissioni correggendo la dichiarazione IVA, deve versare al Fisco delle sanzioni ricorrendo al ravvedimento operoso in modo da ridurre quanto dovuto a seconda del momento in cui avviene il versamento.
La particolarità, come riportato nel Provvedimento dall’Agenzia delle Entrate, è che “il contribuente potrà avvalersi del ravvedimento operoso a prescindere dal fatto che la violazione sia già stata constatata oppure che siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di controllo”.
Pertanto, con il ravvedimento operoso, la sanzione dovuta si può ridurre in uno dei seguenti modi:

  • sanzione pari allo 0,2% dell’imposta per ogni giorno di ritardo se regolarizzata entro 14 giorni dalla scadenza;
  • sanzione pari all’1,5% dell’imposta per ogni giorno di ritardo se regolarizzata entro 30 giorni dalla scadenza;
  • sanzione pari all’1,67% dell’imposta per ogni giorno di ritardo se regolarizzata entro 90 giorni dalla scadenza;
  • sanzione pari al 3,75% dell’imposta se regolarizzata entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno nel corso del quale la violazione è stata commessa;
  • sanzione pari al 4,2857% dell’imposta se regolarizzata entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello nel corso del quale la violazione è stata commessa;
  • sanzione pari al 5% dell’imposta se regolarizzata entro oltre il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello nel corso del quale la violazione è stata commessa.

Cosa fare per contestare la comunicazione?

Oltre alle possibilità prima esaminate, il contribuente può comunicare con l’Agenzia delle Entrate per chiedere chiarimenti e assistenza contattando direttamente il numero 848.800.444 oppure tramite gli intermediari abilitati.
Nel caso in cui invece il contribuente non sia concorde con l’irregolarità contestata, potrà rivolgersi all’Agenzia delle Entrate presentando gli elementi e i fatti che dimostrino la regolarità della propria posizione fiscale.

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