Un lavoratore autonomo occasionale è tenuto ad iscriversi all’INPS? Come dichiarare i compensi percepiti? E’ possibile detrarre le spese sostenute? Vediamo quando e come.
L’attività di lavoro autonomo occasionale consiste in una prestazione di opera o di servizi svolta in completa autonomia da un soggetto, dietro corrispettivo, nei confronti di un committente con il quale non c’è alcun vincolo di subordinazione e in via del tutto occasionale.
La caratteristica principale del lavoro occasionale è quindi la non abitualità. Diversamente per svolgere un’attività con i requisiti di professionalità ed abitualità occorre aprire partita IVA.
Nel prosieguo di questo post analizziamo quando un lavoratore autonomo occasionale è tenuto ad iscriversi all’INPS e come deve dichiarare i compensi percepiti.
Prestazione occasionale e Gestione Separata INPS
La Gestione Separata INPS è il fondo pensionistico obbligatorio per alcune categorie di lavoratori, come i liberi professionisti che non hanno una specifica cassa di previdenza. Sono tenuti al versamento della gestione separata dell’INPS anche i lavoratori autonomi occasionali che nel corso dell’anno solare abbiano percepito compensi superiori a € 5.000 lordi (art. 44 c. 2 D.L. n. 269 del 2003).
Il soggetto che abbia superato la soglia di € 5.000 è obbligato ad iscriversi alla Gestione Separata presentando la domanda di iscrizione ed effettuando i relativi versamenti.
Prestazione occasionale e ritenuta d’acconto
Il committente della prestazione è tenuto ad applicare sui compensi corrisposti al lavoratore occasionale la ritenuta d’acconto in qualità di sostituto di imposta. Inoltre, sui compensi superiori ad euro 5.000 occorre applicare anche la ritenuta previdenziale. Nello specifico:
- la ritenuta fiscale a titolo di acconto: è la percentuale del compenso trattenuto dal committente a titolo di acconto ai fini IRPEF. La ritenuta, secondo quanto stabilito all’art. 25 c. 1 del DPR 600 del 1973, deve essere applicata dal committente nella misura del 20% del compenso corrisposto al lavoratore autonomo occasionale al lordo di eventuali rimborsi e delle ritenute previdenziali;
- la ritenuta previdenziale: a differenza di quella fiscale, che viene applicata quando i compensi corrisposti superano la soglia di € 5000.
Ritenuta previdenziale e prestazione occasionale
Il lavoratore autonomo occasionale che ha percepito nell’anno solare compensi per un ammontare superiore a € 5000 lordi deve iscriversi alla Gestione Separata dell’INPS. In tal caso committente, è tenuto ad applicare la ritenuta previdenziale sul compenso, oltre alla ritenuta d’acconto.
Il committente applica sul compenso una ritenuta previdenziale, calcolata sul reddito che eccede la soglia dei € 5000 e secondo le aliquote vigenti in vigore, che variano a seconda del soggetto (ad esempio per i lavoratori dipendenti e i pensionati è pari al 24%).
Il contributo previdenziale è per 2/3 a carico del committente e per 1/3 a carico del prestatore e viene direttamente trattenuto dal compenso.
Come versano le ritenute d’acconto operate?
Le ritenute operate sul compenso del lavoratore autonomo occasionale, sia fiscali che previdenziali, vanno versate dal committente entro il 16 del mese successivo a quello in cui è stato effettuato il pagamento del compenso, tramite il modello F 24.
Come si determina il reddito derivante dal lavoro occasionale?
Il reddito derivante dall’attività di lavoro autonomo occasionale è determinato dalla differenza tra la totalità compensi percepiti nel periodo di imposta e le spese sostenute direttamente imputabili all’attività esercitata. Il reddito che ne deriva va dichiarato nel modello UNICO dell’anno successivo, nel quadro dei redditi diversi.
Il lavoratore quindi può dedurre dal suo reddito alcune spese sostenute ma soltanto se queste sono riconducibili prettamente all’attività e nei limiti del compenso, in quanto le eventuali perdite non possono essere dedotte dal reddito complessivo.
Oltre ai compensi, nel modello UNICO occorrerà riportare anche le ritenute d’acconto subite sui compensi, in quanto rappresentano un acconto sull’IRPEF totale dovuta. Se le ritenute d’acconto subite sono maggiori dell’IRPEF dovuta dalla dichiarazione emergerà un credito, altrimenti occorrerà versare l’imposta residua.
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Salve, vi vorrei porre una domanda: sono sempre stata molto attenta a non superare la soglia dei 5000€ lordi annuali, ma per il 2016, mi sono appena accorta che mi era sfuggito un lavoro da un committente per l importo di 100€ e con i quali io adesso mi trovo a sforare la soglia…
Leggendo i vari post in rete ho notato che l INPS stessa non ha risposte al mio quesito, e che molti commercialisti consigliano di non fare nulla..
Quindi la mia domanda è: se io non dichiaro quella ritenuta in eccesso, posso sperare che l agenzia delle entrate non se ne accorga? E nel caso contrario, per soli 100€ sarebbe elevata la multa a mio carico che mi richiederebbero?
Grazie mille e spero che possiate dissipare i miei dubbi
Buongiorno,
Le consiglio di presentare la dichiarazione dei redditi regolarmente versando anche i contributi inps sull’eccedenza rispetto ai 5000 e quindi su 100 euro.
Cordialità
Ma dal 2016 la soglia dovrebbe essere cambiata e diventata 7000 €. Si accerti, io da alcuni anni ho p.Iva e non le elmetto più ma ho letto vari articoli che davano questa notizia.
La soglia di cui parla lei si riferisce al lavoro occasionale accessorio (c.d. voucher). A questo link trova un approfondimento
prestazione-occasionale-e-voucher/
Cordialità