Una delle domande più frequenti che ci vengono poste da chi apre la partita iva è “quali spese possono scaricare i professionisti”? Di fatto, i termini più corretti sarebbero dedurre e detrarre, ma comprendiamo come ormai sia uso comune dire “scaricare”. Ecco allora un approfondimento per chiarire in modo semplice quali sono le spese deducibili e detraibili dei professionisti.
Quali spese possono scaricare i liberi professionisti?
Premesso che chi ha una partita iva e aderisce al regime forfettario non può scaricare alcun costo, questo articolo è adatto ai professionisti con partita iva in regime ordinario e/o semplificato.
Tra le principali spese che un professionista può scaricare ci sono:
- libri e riviste professionali
- cancelleria e valori bollati
- corsi di formazione e aggiornamento professionale
- attrezzatura professionale come stampante, pc, tablet, ecc
- software gestionali
Si tratta di costi deducibili dal reddito di lavoro autonomo al momento del loro sostenimento, ossia quando si acquistano (principio di cassa). Ma come spesso accade ci sono delle eccezioni. Ci riferiamo per esempio ai costi sostenuti per i beni strumentali che prevedono il piano d’ammortamento, o le spese di ristrutturazione e manutenzione straordinaria degli immobili utilizzati per l’esercizio della professione.
Quali spese può scaricare un professionista che svolge la propria attività a casa?
Sono sempre più i professionisti che ad oggi non hanno un ufficio vero e proprio e che svolgono la propria attività da casa. In questi casi, molti costi che il soggetto sostiene riguardano sia servizi professionali sia servizi personali. Quali spese, in questo caso, sono deducibili? Si parla di immobili promiscui (uso professionale e uso familiare) e pertanto i costi relativi a utenze, bollette, affitto, spese condominiali, per esempio sono deducibili al 50%. Certamente un’opportunità interessante per chi ha deciso di lavorare da casa e ne ha la possibilità.
L’acquisto dei beni strumentali per natura necessari alla professione sono deducibili al 100% anche se collocati nell’abitazione-ufficio e utilizzati anche per scopi personali. Nello specifico, per esempio, vale questa regola per pc, stampanti, attrezzature e minute.
NOTA BENE: se i beni strumentali hanno un costo unitario inferiore a 516,46 euro possono essere integralmente dedotti nello stesso anno d’imposta in cui sono stati acquistati (non sono quindi soggetti alla deduzione parziale legato al piano d’ammortamento).
ATTENZIONE: è fondamentale che tutte le bollette delle utenze siano intestate al professionista, e che quindi riportino anche il numero di partita iva, oltre al codice fiscale.
Utenze telefoniche
Già da anni non vi è più differenza ai fini fiscali tra spese di telefonia fissa e mobile. Vige un unico criterio che prevede la deducibilità all’80% del costo presente in fattura. La detrazione dell’IVA, invece, è valida al 100% per la telefonia fissa, al 50% per le utenze del cellulare.
Quali spese può scaricare un professionista per le automobili?
I costi legati alle auto sono tanti e vari. Ad oggi, le spese per carburante, lubrificanti, manutenzione e riparazione dell’auto sono deducibili nella misura del 205. L’IVA è detraibile al 40% e nel limite di uno e un solo veicolo.
Discorso diverso invece, per i buoni benzina che sono assimilabili ai buoni acquisto e quindi ai fringe benefit aziendali.
Le spese di viaggio o trasporto sono deducibili interamente se legate all’attività professionale. Attenzione però! Se la trasferta è all’interno del comune in cui ha sede l’attività, i costi non potranno essere dedotti.
Focus sui buoni benzina
I buoni benzina sono una forma di welfare aziendale. Lato azienda sono interamente deducibili. Lato dipendente sono considerati come fringe benefit.
Per il 2022 è previsto che l’importo di buoni benzina ceduti a titolo gratuito da aziende private ai lavoratori dipendenti per l’acquisto di carburanti, nel limite di 200€ per lavoratore, non concorra alla formazione del reddito.
I buoni carburante rientrano anche nelle “spese di rappresentanza” che sono deducibili dal reddito dell’azienda nella misura del 100%, qualora il valore unitario dei buoni non superi i 50 euro.
Quali spese può scaricare un professionista per alberghi e ristoranti?
È possibile dedurre il 75% dei costi per alberghi e ristoranti, nel limite del 2% dei compensi fatturati in un anno. Affinché ciò accada il professionista deve farsi rilasciare la fattura o la ricevuta. L’IVA è detraibile al 100% ma solo in caso di fattura.
I buoni pasto
I buoni pasto sono spesso utilizzati da imprese con dipendenti. In realtà anche i liberi professionisti possono usufruirne, con la possibilità di dedurre il 75% del costo totale di tutti i buoni acquistati e detrarre l’IVA.
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