Il Commercialista Online

Regime Fiscale: Tipologie

Condividi:

Quale Regime Fiscale Scegliere?

SOMMARIO

La scelta del regime fiscale deriva da un’attenta valutazione dell’intero spettro delle tipologie in vigore. È esattamente ciò che abbiamo fatto per voi.

Molto spesso, quando decidono di aprire partita IVA, ci chiedono “Quale regime fiscale scegliere? Qual è il regime più appropriato?” Come vedremo la valutazione va effettuata caso per caso e nel post di oggi vediamo le tipologie di regimi fiscali esistenti.

  1. Regime forfettario;
  2. Regime semplificato;
  3. Regime ordinario;
  4. Regime delle nuove attività produttive, abrogato dalla legge di stabilità per il 2015;
  5. Regime dei minimi, abolito dalla legge di stabilità per il 2015.

Come funziona il regime forfettario?

Il regime forfettario è l’unico regime agevolato attualmente esistente a cui si accede in modo naturale se si rispettano i requisiti richiesti dalla normativa (per maggiori dettagli visita la nostra pagina Partita IVA agevolata).
Le principali caratteristiche di tale regime fiscale sono le seguenti:

  • la determinazione del reddito imponibile in maniera forfettaria (non c’è la deduzione dei costi) applicando una percentuale, diversa a seconda del codice ATECO, al fatturato realizzato;
  • l’applicazione dell’Imposta sostitutiva del 5% per le nuove attività (15% per le partite IVA già esistenti);
  • l’esclusione dall’IVA che comporta da un lato la possibilità di emettere fatture senza l’applicazione dell’IVA, ma allo stesso tempo l’impossibilità di dedurre quella sostenuta per gli acquisti;
  • l’esenzione dall’IRAP e dagli studi di settore.

Quali le novità del Regime Forfettario 2019?

La Legge di Bilancio per il 2019 ha innalzato il limite di fatturato a € 65.000 per tutte le attività d’impresa e professionali. Dal 2019 potranno accedere al regime forfettario coloro che nel 2018 hanno conseguito un ammontare di ricavi ovvero percepito compensi inferiori al predetto limite.

Restano invariati i coefficienti di redditività da applicare all’ammontare dei ricavi o compensi per la determinazione dei reddito imponibile.

Come già anticipato, sono eliminati i limiti dei € 5.000 annui per il costo di lavoro dipendente o assimilato e il limite dei beni strumentali di € 20.000.

Infine, rispetto alle cause di esclusione, oltre a confermare l’impossibilità di accesso per i regimi speciali ai fini IVA, è previsto:

  • l’ampliamento della preclusione a coloro che partecipano a SRL anche in regime ordinario e quindi non trasparenti;
  • l’eliminazione del limite di reddito lordo per i lavoratori dipendenti di € 30.000;
  • l’impossibilità di accesso per coloro in precedenza assunti come dipendenti o collaboratori che intendono svolgere l’attività d’impresa o professionale prevalentemente nei confronti di quello che nel biennio precedente era uno dei loro datori di lavoro.

Quando adottare il regime semplificato?

Il regime semplificato viene adottato da tutti coloro che non possono accedere al regime forfettario non avendone i requisiti, oltre a coloro che ne fuoriescono perché ad esempio superano i limiti di fatturato. Ad esempio, rientrano nel regime semplificato i seguenti soggetti:

  • costituiti in forma di società di persone costituite in forma di S.N.C e S.A.S.;
  • partecipano a società di persone, ad associazioni professionali, di cui all’articolo 5 del TUIR, o a società a responsabilità limitata aventi ristretta base proprietaria che hanno optato per la trasparenza fiscale (secondo l’attuale bozza di legge di stabilità sarà ampliata la preclusione anche in SRL in regime ordinario);
  • lavoratori dipendenti che aprono partita IVA con una retribuzione annuale lorda superiore ad € 30.000 (attenzione, questa soglia prevista per il forfettario fino al 2018 dovrebbe essere sostituita con l’impossibilità di accedere al forfettario per i soggetti che erano assunti come dipendenti o collaboratori);
  • ditte individuali con un costo per lavoratori dipendenti e collaboratori superiore a € 5.000 annui oppure partita IVA con beni strumentali superiori ad € 20.000 (anche queste soglie dovrebbero essere eliminate per il regime forfettario 2019).

Quali sono gli adempimenti ai fini IVA nel regime semplificato?

I contribuenti semplificati sono soggetti all’obbligo di tenuta dei registri IVA acquisti e vendite, del registro incassi/pagamenti e del registro dei cespiti ammortizzabili. Inoltre sono soggetti:

  • alla dichiarazione IVA trimestrale;
  • agli studi di settore;
  • allo spesometro.

Come funziona il regime semplificato?

Dal 2017 il regime semplificato prevede l’applicazione del regime di cassa, per intenderci lo stesso in precedenza previsto per i professionisti, e il cui reddito imponibile viene determinato considerando soltanto i ricavi effettivamente incassati al netto dei costi sostenuti e pagati.

Attenzione, a differenza del regime forfettario, un professionista che adotta il regime semplificato, quando emette fattura deve applicare la ritenuta d’acconto (cfr. il nostro post di approfondimento Ritenuta d’Acconto: Come Funziona?)

Le imposte da pagare nel regime semplificato sono le seguenti:

  • IRPEF: imposta progressiva al reddito con aliquota crescente all’aumentare del reddito imponibile;
  • IRAP;
  • IVA la cui liquidazione avviene trimestralmente come differenza tra IVA a debito ed IVA a credito che deriva rispettivamente dalle fatture emesse e dalle fatture di acquisto.

Ed infine ci sono i contributi da pagare che dipenderanno dalla cassa di previdenza (Gestione artigiani e Commercianti dell’INPS, Gestione separata INPS o cassa di previdenza di appartenenza a seconda della professione svolta) alla quale si deve iscrivere il contribuente titolare di partita IVA.

Quali i limiti di fatturato del regime semplificato?

È possibile adottare il regime semplificato, anche detto regime delle imprese minori, fino a quando il volume di affari dell’anno precedente non supera determinati importi, ovvero:

  • € 400.000 per le prestazioni di servizi;
  • € 700.000 per le altre attività.

Quando adottare il regime ordinario?

Il regime ordinario è obbligatorio per società di capitali (SPA, SRL/SRLS e SAPA), enti pubblici e privati, associazioni non riconosciute e consorzi che esercitano in via esclusiva o principale attività commerciale e per i soggetti che superano i limiti fissati per il regime semplificato.

Per quanto concerne gli obblighi fiscali e contabili, oltre a quelli previsti per la contabilità semplificata, il regime ordinario prevede la tenuta del:

  • Libro giornale;
  • Libro inventario;
  • Scritture ausiliarie di magazzino oltre a quelle necessarie per il particolare tipo di attività svolta.

La determinazione del reddito nel regime ordinario avviene secondo il principio di competenza, che impone la registrazione di tutte le transazioni nel periodo di imposta al quale queste si riferiscono indipendentemente da quando avviene la manifestazione finanziaria (incassi e pagamenti).

Quali i vantaggi del regime forfettario?

Da quanto finora detto si evince che il regime contabile e semplificato, essendo piuttosto complicati, possono far sorgere diversi dubbi a chi si accinge ad aprire la partita IVA, avendo anche una tassazione piuttosto elevata. Proprio per incentivare le nuove attività, è stato introdotto il regime forfettario con notevoli semplificazioni contabili ed imposta agevolata. Le principali differenze tra il regime forfettario e il regime semplificato o ordinario sono le seguenti:

  • determinazione forfettaria del reddito da assoggettare ad imposta sostitutiva fissa del 5% o del 15%;
  • limite di fatturato da rispettare nel regime forfettario pari ad € 65.000;
  • esclusione dall’IVA e dagli obblighi di tenuta dei registri;
  • contribuzione INPS agevolata per gli iscritti alla Gestione Artigiani e Commercianti.

E per finire forniamo gli elementi utili per permettere di rispondere alla domanda di apertura:

E quindi “Quale regime fiscale scegliere?”

Non esiste un regime contabile migliore in assoluto, in quanto bisogna considerare diversi fattori per valutarne la convenienza: è importante quindi scegliere quel regime contabile che meglio si adatta alla nostra situazione e che ci permette di massimizzare i nostri obiettivi evitando le spese non necessarie.

Sicuramente, per una persona fisica che decide di avviare un nuovo business la scelta più appropriata è il regime forfettario perché semplice da gestire ed il più vantaggioso in termini economici.

I fattori che maggiormente bisogna tenere in considerazione sono i seguenti:

  • tipologia di clienti: ad esempio se trattasi di privati o principalmente di enti pubblici in cui i tempi di pagamento spesso si allungano e potrebbe essere penalizzante scegliere un regime per competenza;
  • entità dei costi da sostenere, che possono incidere in misura rilevante sulla determinazione del reddito imponibile, per cui se si presume di sostenere molti costi non conviene adottare il regime forfettario;
  • il reddito di impresa che si presume di raggiungere;
  • entità delle rimanenze: come sappiamo infatti nel regime semplificato c’è l’addebito integrale delle rimanenze iniziali nel primo anno di applicazione senza possibilità di portarle in deduzione negli anni successivi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *