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Partite IVA: uno sguardo al 2018

SOMMARIO

La diatriba tra lavoratori dipendenti e possessori di partita IVA è da sempre molto accesa. E lo è ancor di più quando sono gli stessi liberi professionisti o ditte individuali a parlare. Che la tassazione in Italia sia alta è indubbio, che il Bel Paese non sia un paradiso fiscale è un dato di fatto. Quando qualcuno prova a dire di voler aprire partita IVA ecco che innumerevoli commenti e consigli (spesso non richiesti) arrivano e, purtroppo, sono spesso negativi e scoraggianti.
Ma qual è la situazione reale? Quante partite IVA sono state aperte nel corso del 2018? In quali settori? È davvero una scelta di cui pentirsi ed evitata da tutti o ci sono possibilità di riuscita e, perché no, successo?

La natura giuridica delle partite IVA 2018

Nell’arco del 2018 sono state aperte circa 512.800 nuove partite IVA. Un numero certamente importante, ma leggermente in flessione (-0,5%) rispetto al 2017. Data la minima differenza, sul rapporto di sintesi del Dipartimento delle Finanze, si parla di sostanziale stabilità in rapporto all’anno precedente.

Numeri alla mano, si nota come la maggior parte delle nuove partite IVA sia stato aperto da persone fisiche (70,2%). A seguire, la natura giuridica preferita è stata la società di capitali (24,4%); in coda, le società di persone. Ed è proprio quest’ultima opzione che ha riscontrato una flessione di avviamenti significativa rispetto al 2017 (-9,4%).
L’incremento degno di nota riguarda l’apertura partita iva per soggetti non residenti, in particolar modo riferite all’attività sempre in crescita del commercio elettronico (+75,2%).

Il settore produttivo

Come già accennato, osservando il settore produttivo delle nuove partite IVA, si evidenzia una marcata predominanza del commercio (20,6% del totale). A far seguito al suddetto settore produttivo, si trovano le attività professionali (15,4%) e l’agricoltura.
Più nel dettaglio, in aumento ci sono tutte quelle attività attinenti all’istruzione, ai servizi di informazione e alle attività professionali. In diminuzione, invece, il settore dell’alloggio e della ristorazione, quello dei trasporti e quello delle attività manifatturiere.

La geografia delle nuove partite IVA 2018

La ripartizione territoriale non mette in luce particolari e significative differenze. Il numero maggiore di nuove apertura si sono registrate al Nord (43%), a seguire il Sud e le Isole (34,6%) e il Centro (22,4%). Rispetto all’anno precedente, la Lombardia, la provincia autonoma di Bolzano e la Calabria hanno riscontrato un numero maggiore di avviamenti novelli. Le flessioni più importanti e significative, invece, hanno riguardato la Basilicata, l’Umbria e le Marche.

L’identikit delle persone fisiche

Si conferma la ripartizione per sesso, con una maggioranza pari al 61,6% di avviamenti di partite IVA da parte di uomini.
Interessanti, invece, i dati relativi all’età. Ben il 46,8% dei soggetti che hanno aperto la partita IVA è rappresentato da giovani under 35. Rispetto all’anno precedente, però, il maggior aumento di nuove attività si riscontra nella fascia più anziana, gli over 50.
Infine, un dato che salta all’occhio è il 17% di individui intestatari di nuova partita IVA e nati all’estero.

Quale regime fiscale?

Nel corso del 2018, molti soggetti hanno aderito al Regime Forfettario, unica alternativa al Regime Ordinario. Confronto al 2017, il dato di nuove aperture di partita IVA nel Regime agevolato è in aumento di circa il 6%, rappresentando circa il 38,1% delle novelle partite IVA.

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Una risposta

  1. Anche nella sanità privata è pieno di partite iva, però false!

    Si è costretti ad aprire una partita iva nonostante non si abbia nulla del vero imprenditore, non si abbia alcuna autonomia decisionale, né contrattuale, né di orari, né di prestazioni!
    Basterebbe controllare le partite iva nella sanità privata per rendersi conto che sono false!
    infermieri, fisioterapisti, tecnici di radiologia per esempio. Tra l’altro alcune di queste figure hanno già la subordinazione proprio nella professione stessa.

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