Se hai deciso di avviare una carriera come nutrizionista autonomo, uno dei primi passi necessari è l’apertura della Partita IVA. Questo articolo ti guiderà attraverso i passaggi fondamentali per aprire la tua Partita IVA, evidenziando i costi, le scelte fiscali da considerare e le possibili sfide che potresti incontrare.
Nutrizionista: quali sono le opzioni professionali?
Prima di addentrarci nei dettagli dell’apertura della Partita IVA, è importante chiarire le distinzioni tra le diverse figure professionali nel campo della nutrizione:
- Dietologo
È un medico che ha conseguito una laurea in Medicina e Chirurgia seguita da una specializzazione in Scienze dell’Alimentazione. Il dietologo può diagnosticare patologie, prescrivere diete e farmaci, e operare in totale autonomia. - Nutrizionista
Un biologo con una laurea quinquennale in Biologia, iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologi, sezione A. Il nutrizionista può elaborare piani alimentari, ma solo per individui sani e non può prescrivere farmaci. - Dietista
Ha una laurea triennale in Biologia e può elaborare e attuare diete prescritte da un medico, monitorandone l’efficacia e l’accettabilità da parte del paziente.
Per un nutrizionista, la strada verso l’esercizio della professione richiede non solo una solida formazione, ma anche l’apertura della Partita IVA, che permette di operare come libero professionista, scegliendo i propri clienti, stabilendo i propri orari e determinando i propri prezzi.
Partita IVA nutrizionista: cosa fare per iniziare
Aprire una Partita IVA richiede una serie di passaggi burocratici che devono essere seguiti con attenzione:
- Compilazione e invio del Modulo AA9/12
Questo modulo va presentato all’Agenzia delle Entrate e include informazioni dettagliate sulla tua attività, compreso il codice ATECO specifico. Per i biologi nutrizionisti, il codice ATECO è 72.11.00, mentre per i dietologi nutrizionisti è 86.21.00. - Iscrizione all’ENPAB o all’ENPAM
A seconda del tuo titolo professionale, dovrai iscriverti a una delle casse previdenziali obbligatorie. I biologi nutrizionisti si iscrivono all’ENPAB, mentre i dietologi nutrizionisti all’ENPAM. - Scelta del Regime Fiscale
Uno degli aspetti più importanti è la scelta del regime fiscale. In genere, i nuovi professionisti scelgono il regime forfettario, che offre diversi vantaggi fiscali. - Adempimenti amministrativi
La registrazione della Partita IVA comporta anche l’adesione a specifici obblighi amministrativi, come la tenuta delle scritture contabili e la gestione delle fatture.
Costi apertura partita iva nutrizionista
L’apertura della Partita IVA ha un costo variabile che dipende da diversi fattori. Se decidi di aprire la Partita IVA in autonomia, i costi possono essere molto contenuti. Tuttavia, per un nutrizionista, è consigliabile affidarsi a un consulente per evitare errori burocratici che potrebbero portare a sanzioni. I costi per l’assistenza di un professionista possono variare tra 200 e 500 euro.
Il Regime Forfettario: la scelta più conveniente?
Il regime forfettario è spesso la scelta preferita per i nuovi nutrizionisti che aprono una Partita IVA, grazie ai numerosi vantaggi che offre:
- Esenzione dall’IVA
Non essendo soggetto a IVA, un nutrizionista in regime forfettario può offrire tariffe più competitive rispetto ai colleghi in regime ordinario. - Imposta sostitutiva ridotta
Nei primi cinque anni di attività, l’imposta sostitutiva è solo del 5%, rendendo il carico fiscale molto più leggero. Dopo i primi cinque anni, l’aliquota sale al 15%, che rimane comunque vantaggiosa. - Limiti di fatturato
Per mantenere il regime forfettario, non devi superare gli 85.000 euro di fatturato annuo. Inoltre, se hai già un lavoro dipendente, il tuo reddito da lavoro subordinato non deve superare i 30.000 euro annui.
Per darti un’idea più concreta, consideriamo un esempio pratico. Supponiamo che tu, come nutrizionista, riesca a fatturare 26.000 euro in un anno. Con il regime forfettario, pagherai le tasse solo sul 78% di questo importo, che rappresenta il tuo reddito imponibile. Quindi, su un fatturato di 26.000 euro, il reddito imponibile sarà di 20.280 euro. Applicando l’imposta sostitutiva del 5%, dovrai pagare 1.014 euro di tasse.
Contributi previdenziali e altri Costi
Contributi ENPAB o ENPAM
Come nutrizionista, sei obbligato a versare contributi previdenziali alla cassa di appartenenza. Per i biologi nutrizionisti iscritti all’ENPAB, il contributo minimo soggettivo è pari al 15% del reddito netto di lavoro autonomo. Questi contributi sono fondamentali per garantirti una copertura previdenziale e futura pensione.
Altri adempimenti fiscali
Oltre ai contributi previdenziali e alle tasse, dovrai considerare altri adempimenti, come il pagamento del diritto camerale annuale, se previsto, e la gestione delle fatture elettroniche. Inoltre, la scelta del regime fiscale più adatto non è sempre semplice e dipende da vari fattori, come il livello di fatturato e le spese deducibili.
Affidarsi a un commercialista: quando conviene?
La gestione di una Partita IVA comporta una serie di obblighi che possono risultare complessi e dispendiosi in termini di tempo. Affidarsi a un consulente fiscale, come IlCommercialistaOnline, può rappresentare un grande vantaggio. Un professionista non solo ti aiuterà a gestire correttamente tutte le pratiche burocratiche, ma ti fornirà anche una consulenza personalizzata per ottimizzare la tua posizione fiscale e ridurre al minimo il carico fiscale.
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