Aprire una partita IVA italiana nel Bel Paese è possibile anche se si risiede all’estero. Questo articolo ti guiderà attraverso i passaggi necessari e le implicazioni fiscali di questa scelta.
Partita IVA Italiana con residenza all’estero
Molti italiani che risiedono all’estero si chiedono se sia possibile aprire una partita IVA in Italia e se ci siano ostacoli legali o fiscali. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la residenza all’estero non impedisce l’apertura di una partita IVA italiana. Tuttavia, è fondamentale comprendere il ruolo del domicilio fiscale in questa situazione.
Aprire la partita IVA dall’estero: come fare
Aprire una partita IVA dall’estero richiede alcune specifiche attenzioni. Il primo passo è compilare il modello AA9/12, necessario per richiedere l’apertura della partita IVA. Durante la compilazione, è essenziale indicare sia il domicilio fiscale sia il luogo in cui verrà svolta l’attività lavorativa in Italia.
L’Agenzia delle Entrate definisce il soggetto passivo come il contribuente che svolge in maniera indipendente un’attività economica, indipendentemente dal luogo in cui si trova. L’attività economica, invece, si riferisce a qualsiasi forma di produzione, commercializzazione o prestazione di servizi, inclusi quelli professionali.
Quando l’attività risulta svolta in Italia
L’attività è considerata svolta in Italia in diversi casi, che dipendono da una combinazione di domicilio e residenza:
- Domicilio in Italia e residenza all’estero
Se il contribuente ha il domicilio fiscale in Italia, l’attività viene considerata svolta sul territorio italiano. - Residenza in Italia e domicilio all’estero
Anche in questo caso, l’attività è considerata italiana. - Domicilio e residenza all’estero con stabile organizzazione in Italia
Se l’attività si svolge attraverso una stabile organizzazione in Italia, sarà soggetta alla normativa fiscale italiana.
Queste condizioni permettono a chi risiede all’estero di lavorare legalmente in Italia, anche se da remoto, ad esempio, tramite attività in smart working.
Domicilio e residenza: impatto sulla partita IVA
Il concetto di domicilio fiscale è cruciale per determinare il trattamento fiscale di un contribuente. In sintesi:
- Domicilio
Indica il luogo in cui il contribuente vive abitualmente. - Residenza fiscale
È il luogo scelto come centro principale dei propri interessi e attività.
La residenza all’estero e l’iscrizione all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) non sono sufficienti a escludere il contribuente dalla tassazione italiana se il domicilio, inteso come centro degli interessi, rimane in Italia.
Esempio di apertura di partita IVA italiana per un residente all’Estero
Prendiamo il caso di Maria, una professionista italiana residente in Spagna. Maria vuole avviare un’attività di consulenza in Italia pur mantenendo la sua residenza a Madrid. Per aprire la partita IVA, Maria dovrà dichiarare il suo domicilio fiscale in Italia, ovvero il luogo in cui gestirà i suoi affari e dove saranno concentrati i suoi interessi economici.
Maria dovrà compilare il modello AA9/12, specificando che, nonostante la residenza in Spagna, il centro dei suoi interessi economici e professionali sarà in Italia. Questo le consentirà di operare legalmente in Italia e di essere soggetta alla normativa fiscale italiana.
Come aprire la partita IVA dall’estero: passaggi pratici
Per aprire la partita IVA dall’estero, è necessario seguire alcuni passaggi pratici:
- Compilazione del Modello AA9/12
Questo modulo è fondamentale per l’apertura della partita IVA. Deve essere compilato con attenzione, indicando chiaramente il domicilio fiscale in Italia. - Registrazione all’Agenzia delle Entrate
Una volta compilato il modulo, è necessario inviarlo all’Agenzia delle Entrate italiana, che provvederà all’apertura della partita IVA. - Gestione delle comunicazioni fiscali
Anche se si risiede all’estero, è importante mantenere aggiornate tutte le comunicazioni fiscali in Italia, comprese le dichiarazioni dei redditi e i pagamenti delle imposte.
Considerazioni Fiscali e Consulenza
Aprire una partita IVA italiana pur risiedendo all’estero può comportare alcune complessità dal punto di vista fiscale. È essenziale considerare:
- Doppia imposizione
Verificare se esiste una convenzione contro la doppia imposizione tra l’Italia e il Paese di residenza. - Obblighi dichiarativi
Anche se si risiede all’estero, sarà necessario dichiarare i redditi prodotti in Italia.
Per evitare errori o sanzioni, è consigliabile rivolgersi a un commercialista esperto che possa fornire consulenza specifica sul caso.
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2 risposte-
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Buongiorno,
sono residente all’estero con reddito da lavoro dipendente all’estero (AIRE) e proprietario di un appartamento in Italia che viene affittato con locazioni brevi (Airbnb).
Attualmente mi avvalgo del regime fiscale con cedolare secca, sarebbe fattibile aprire partita IVA per l’attività di locazione pur rimanendo fiscalmente residente all’estero?
Eventualmente voi fornite servizio di gestione partita IVA in questi casi?
Salve Matteo, benvenuto!
Certo che possiamo seguire la sua partita iva anche se risiede all’estero.
Le consiglio di prenotare una call per capire qual è la soluzione migliore al suo caso.
Può prenotarla da questa pagina
Cordialità ;)