Aprire Partita IVA come Libero Professionista
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I liberi professionisti sono coloro che, dopo aver acquisito determinate competenze, attraverso specifici percorsi formativi, offrono prestazioni professionali per uno o più committenti che ne facciano richiesta. I liberi professionisti sono considerati prestatori d’opera intellettuale con le seguenti perculiarità:
- il carattere intellettuale della prestazione, cioè l’uso di intelligenza e cultura in misura prevalente rispetto all’eventuale impiego di lavoro manuale; inoltre si distingue dall’attività imprenditoriale per il minore investimento di capitali e per la prevalenza del lavoro rispetto al capitale;
- la discrezionalità e autonomia nell’esecuzione del lavoro, cioè la possibilità per i professionisti di eseguire il lavoro loro affidato nel modo che ritengono più opportuno e senza alcun vincolo di subordinazione nei confronti del committente;
- il semplice obbligo di compimento della prestazione, indipendentemente dal risultato finale.
Il professionista intellettuale, cioè, ha diritto al compenso per il solo fatto di aver prestato la propria opera, indipendentemente dall’esito positivo o negativo del lavoro svolto. Questo perché, nel caso della prestazione d’opera intellettuale, il risultato non può essere garantito a priori, ma è solo eventuale e rimane perciò escluso dal contratto.
Quando aprire partita IVA?
Occorre aprire la partita IVA quando l’attività ha carattere professionale e viene svolta abitualmente, anche se non necessariamente in modo esclusivo o prevalente e quindi l’attività presenta le seguenti caratteristiche:
- l’abitualità, ovvero, il porre in essere la propria attività con regolarità, stabilità e sistematicità;
- la professionalità, ovvero l’effettuazione costante di una serie di comportamenti il cui manifestarsi e ripetersi è interpretato dai terzi come segno dell’esercizio di un’attività.
Non è necessario che l’attività professionale sia l’occupazione principale del soggetto, è sufficiente che sia esercitata in modo abituale.
Libero Professionista: Iscrizione camera di Commercio?
I liberi professionisti, a differenza delle ditte individuali, non sono tenuti ad iscriversi nel Registro Imprese.
Libero Professionista: Iscrizione ALBO?
I liberi professionisti qualora esercitino un’attività “protetta” sono tenuti ad iscriversi in determinati Albi professionali (come ad esempio Dottori Commercialisti, Avvocati ed Consulenti del Lavoro) ovvero in determinati Collegi (come ad esempio Periti industriali, Psicologi, geometri), mentre altri (quali ad esempio i professori, i consulenti informatici e consulenti aziendali non sono tenuti ad obblighi di questo tipo.
Libero Professionista e iNPS?
Il Libero Professionista deve iscriversi alla propria Cassa di appartenenza (INARCASSA, Cassa forense, etc.) ovvero, in assenza di una cassa specifica, alla gestione separata inps ed è sottoposto ad un’aliquota del 28% circa. Da segnalare che il professionista iscritto alla gestione separata ha la facoltà di inserire in fattura una rivalsa del +4% del suo compenso lordo (quindi possiamo dire che una parte dei contributi previdenziali sono, di fatto, immediatamente pagati dal cliente).
Partita IVA e Lavoro Dipendente?
Un dipendente privato può aprire la partita IVA, mantenendo in essere il proprio lavoro dipendente a patto che non vi sia concorrenza tra il lavoro svolto come dipendente e quello a partita IVA, sempre che il contratto di lavoro non lo vieti espressamente. Se non vi è esplicito divieto non vi è alcun problema di coesistenza tra le due attività.
In generale non vige alcun obbligo di comunicazione al datore di lavoro, anche se è generalmente conveniente informare l’azienda per non incorrere in problematiche che potrebbero portare ad un licenziamento per giusta causa.
Un lavoratore dipendente con partita IVA deve versare l’INPS?
A differenza di quanto accade per gli iscritti alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS, anche in caso di lavoratore dipendente a tempo indeterminato full time, un libero professionista che apre partita IVA deve comunque iscriversi alla Gestione separata Inps e versare i contributi proporzionali sul reddito, anche se con un’aliquota inferiore.
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