Imposta Regionale sulle Attività Produttive. Ecco specificato il significato dell’acronimo IRAP, l’imposta regionale che si applica sulle attività produttive. Essa viene versata mediante saldo per l’anno precedente e acconto per l’anno corrente in due precisi momenti dell’anno: il 30 giugno e il 30 novembre. Chi deve versare e come l’IRAP? Facciamo chiarezza con questo articolo.
Che cosa è l’IRAP?
Si tratta di un tributo istituito con il Decreto Legislativo 446 del 15 dicembre 1997. I possessori di partita IVA, salvo alcune eccezioni, sono tenuti a versare alla Regione in cui ha sede l’azienda o si svolge la propria professione ogni anno. L’importo da versare dipende dal reddito percepito l’anno precedente. Questo significa che l’importo IRAP da versare nel 2023, fa riferimento ai redditi del 2022.
La suddetta tassa si applica sulla capacità di produzione economica, ossia il valore della produzione. In altre parole, l’importo da versare è legato al guadagno netto generato l’anno prima. Il calcolo di questo valore prende in considerazione più e diversi fattori, anche se generalmente si fa riferimento alla differenza tra i proventi ottenuti e i principali costi di gestione.
Mediante gli introiti legati all’IRAP si sovvenzionano le casse regionali, specie in riferimento ai servizi sanitari.
Chi deve pagare l’IRAP?
In linea generale, i soggetti tenuti a versare l’IRAP sono:
- studi professionali associati
- società di persone
- società di capitali
- enti commerciali in generale
- enti del terzo settore
A seguito della Legge di Bilancio 2022, l’IRAP è stato abolito per i professionisti, le ditte individuali e i lavoratori autonomi. Nello specifico, sono esonerati:
- imprese individuali, società di persone e capitali collegati al settore pesca
- ditte individuali e partite IVA personali sottoposte a regime forfettario
- fondi comuni di investimento
- produttori agricoli con reddito inferiore a 7.000 euro
- persone fisiche esercenti attività di impresa e lavoro autonomo dal 2022
- collaborazione coordinata e continuativa
- imprese familiari e aziende coniugali
I titolari di partita iva aderenti al Regime Forfettario ne sono esclusi da sempre.
I liberi professionisti e gli artisti sono soggetti a IRAP solo nel caso in cui abbiamo collaboratori che prendono parte all’attività produttiva.
Come si calcola l’IRAP?
Questa imposta si calcola sull’imponibile, ossia il guadagno ottenuto al netto delle spese e dei costi sostenuti e colllegati alla tua attività. Attenzione però, perchè alcuni costi non possono essere considerati deducibili al fine del calcolo. Nello specifico si tratta delle seguenti spese:
- stipendi dei dipendenti
- costi del professionista associato
- emolumenti di amministratori, compreso i contributi INPS e TFR
- compenso con riferimento alle prestazioni occasionali
Per l’anno 2023 la tassa IRAP corrisponde al 3,90%. Trattandosi però di una tassa regionale, ogni singola regione ha la possibilità di aumentare la percentuale fino a un massimo di 0,92 punti.
Inoltre, per alcune categoria di soggetti è prevista un’aliquota diversa. Ne sono un esempio le banche e gli intermediari finanziari (4,65%), le compagnie assicurative (5,90%), le amministrazioni pubbliche (8,50%).
Quando si paga l’IRAP?
Ecco di seguito una tabella riepilogativa delle principali scadenze legate all’IRAP
PAGAMENTO | SCADENZE |
Primo acconto IRAP | 30 giugno |
Secondo acconto IRAP | 30 novembre |
ATTENZIONE: le scadenze del primo acconto e del saldo dell’anno precedente possono variare per proroghe che, ogni anno, si avvicendano.
Al fine di versare quanto dovuto, occorre compilare la dichiarazione IRAP, da presentare poi all’Agenzia delle Entrate per via telematica. Di fatto poi si potrà procedere con il pagamento IRAP attraverso modulo F24. A tal proposito, occorre conoscere i relativi codici tributo:
- 3800 saldo tributo IRAP
- 3805 interessi per dilazionamento
- 3812 acconto prima rata
- 3813 secondo acconto
- 3883 compensazione credito IRAP
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