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Bando Resto al Sud 2019

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FINANZIAMENTI AGEVOLATI: ecco “Resto al Sud”

SOMMARIO

Si riaccende la speranza per i giovani meridionali che intendono investire sul proprio territorio. Il governo vara “Resto al Sud”, una misura di nuovi incentivi per i nuovi imprenditori under 35.

Con il D.L. n.91 del 20 giugno 2017 è stata introdotta “Resto al Sud”, una nuova misura per incentivare l’autoimprenditorialità che mira tra l’altro a sostenere la crescita economica e occupazionale nel Mezzogiorno ed è rivolto agli imprenditori tra i 18 e i 35 anni.Nell’attesa di conoscere le modalità di erogazione e gli altri dettagli tecnici, vediamo di cosa si tratta e come presentare domanda.

Resto al Sud: cos’è?

Come abbiamo anticipato, trattasi dell’incentivo che mira a sostenere e a incentivare lo sviluppo dell’imprenditorialità dei giovani al di sotto dei 35 anni residenti nelle regioni del Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Scopriamo qualcosa di più su Resto al Sud.

La misura è gestita da Invitalia e prevede l’erogazione di un finanziamento fino al massimo di 40 mila euro che:

  • per il 35% sarà erogato dall’ente gestore come contributo a fondo perduto;
  • per il 65% sarà erogato sotto forma di prestito a tasso zero da parte di istituti di credito e secondo quanto indicato da Invitalia, da rimborsare entro 8 anni, di cui i primi 2 in pre-ammortamento.

A chi è rivolto?

L’incentivo “Resto al Sud” è rivolto a finanziare i progetti imprenditoriali di coloro che sono in possesso dei seguenti requisiti:

  • sono residenti in una delle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia;
  • hanno tra i 18 e i 35 anni di età; nel caso delle società, le stesse possono comprendere anche soci che non rispettano il limite anagrafico, a patto che non siano in numero superiore ad un terzo dei membri della compagine societaria, e non abbiano rapporti di parentela fino al quarto grado con gli altri soci;
  • hanno costituito o intendono avviare una ditta individuale o una società, anche in forma cooperativa, con sede legale o operativa nelle menzionate Regioni, destinatarie della misura Resto al Sud;
  • non hanno beneficiato nell’ultimo triennio di altri incentivi a livello nazionale per favorire l’autoimprenditorialità.

Quali gli importi massimi ammissibili?

L’importo massimo del contributo ammissibile dipende a seconda della forma giuridica adottata e quindi:

  • le ditte individuali potranno beneficiare di un finanziamento di importo massimo di € 40.000;
  • le società possono richiedere l’importo massimo di € 40.000 per ciascun socio, fino al limite di € 200.000.

Cosa fare per accedere al finanziamento agevolato?

Per accedere all’incentivo Resto al Sud occorre presentare una domanda entro i termini e le modalità che saranno successivamente indicate con decreto utilizzando la piattaforma online sul sito di Invitalia (Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo di Impresa S.p.A.) unitamente a tutta la documentazione sul progetto imprenditoriale.

I progetti presentati saranno oggetto di una valutazione circa la sostenibilità tecnico economica da parte di Invitalia, entro 60 giorni dalla presentazione delle domande, e potranno accedere al beneficio se valutate positivamente e fino ad esaurimento delle risorse a disposizione.

Entro quale termine deve avvenire l’avvio della nuova attività?

Ricevuta la comunicazione sull’esito positivo della valutazione, i soggetti in possesso dei requisiti richiesti devono costituirsi entro 60 giorni in una delle seguenti forme giuridiche:

  • ditta individuale;
  • società, anche in forma cooperativa.

La domanda può essere presentata anche da più soggetti che hanno già costituito una società, in questo caso l’importo del finanziamento che potrebbe essere erogato non può essere superiore a € 40.000 per socio fino a un massimo di € 200.000.

Quali sono i settori economici finanziabili?

Oggetto del finanziamento sono quei progetti imprenditoriali rivolti alla fornitura di servizi per le imprese e alla produzione di beni nei settori dell’artigianato, dell’industria o dell’agricoltura, mentre sono escluse le attività di libera professione e del commercio, fatta eccezione la vendita dei beni prodotti nell’attività di impresa.

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