Entro il 2019 le multe, le cartelle esattoriali ed altri atti della pubblica amministrazione non arriveranno più per raccomandata bensì al Domicilio Digitale. Vediamo cos’è e come funziona.
È naturale che i servizi tradizionali si adeguino sempre più alla tecnologia dei giorni nostri. In tale contesto il Decreto Madia ha previsto una riforma di una parte del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) con l’introduzione del Domicilio Digitale.
Misura Domicilio Digitale. Questa proposta, che dovrà ancora essere approvata, anticipa l’istituzione dell’Anagrafe unica della popolazione residente, ancora in fase di sviluppo, e si pone l’obiettivo di rendere maggiormente efficiente il sistema di comunicazione tra Pubblica Amministrazione e cittadino, riducendo al contempo buona parte delle spese per l’invio di comunicazioni cartacee, sostituite da quelle online. Vediamo di cosa si tratta.
Domicilio Digitale: cos’è?
Per Domicilio Digitale si intende un indirizzo online, ad esempio la posta elettronica certificata o un indirizzo di recapito certificato che rispetti le norme europee in materia di sicurezza, che potrà essere utilizzato come cassetta postale telematica e su cui il cittadino riceverà tutte le comunicazioni e le notifiche della P. A. in sostituzione del cartaceo.
A tal fine l’Agenzia per l’Italia digitale sta creando un elenco con tutti gli indirizzi delle persone che intendono avvalersi del servizio di Domicilio Digitale, in modo da permettere una consultazione veloce e libera.
Quali tipi di documenti potranno essere scambiati?
Per gli utenti che vorranno avvalersi del servizio di Domicilio Digitale, l’indirizzo elettronico rappresenterà l’unico canale per comunicare con la Pubblica Amministrazione. Infatti, nella cassetta digitale potranno arrivare tutte le comunicazioni avente valore legale inviate dagli enti pubblici e dirette al soggetto interessato. Tra queste rientrano le raccomandate, le multe, gli atti di notifica, le cartelle esattoriali e tutti gli altri tipi di documenti classificati in questa tipologia.
Cosa fare per utilizzare il servizio?
Il contribuente che intende avvalersi di questo sistema digitale e iscriversi nel registro dovrà comunicarlo con uno dei seguenti metodi:
- portale web a cui si accede con l’autenticazione via SPID o Carta nazionale dei servizi (CNS);
- INI-Pec per inserire l’indirizzo corrispondente al Domicilio Digitale nel registro della PEC;
- invio di una dichiarazione dai portali nazionali di servizio che saranno istituiti e dedicati al cittadino utilizzando l’identificazione SPID o CNS.
Quando è previsto l’avvio del servizio?
Una volta ottenuta l’approvazione, si prevede che il servizio di Domicilio Digitale inizierà ad essere operativo a partire dal 2019; tuttavia già in una prima fase si dovrà provvedere alla creazione di un elenco dei domicili digitali dei soggetti, in modo da permettere il libero accesso e una facile consultazione alla P. A., agli operatori economici e ai gestori di servizi pubblici.
Successivamente si dovrà procedere alla realizzazione del portale con i servizi di comunicazione via SPID e CNS, per permettere l’utilizzo di tutti i servizi e la consultazione dell’elenco nonché per predisporre l’infrastruttura per la gestione dei dati.
Quali sono i vantaggi del Domicilio Digitale?
Per la PA, il maggior vantaggio si sostanzia nella notevole riduzione dei costi connessi alla produzione cartacea della documentazione, ossia tutte quelle spese a suo carico per la produzione, conservazione e trasmissione dei documenti cartacei, la carta e il costo del lavoro e del tempo impiegato.
I vantaggi per i cittadini invece risiedono in una semplificazione delle comunicazioni con la Pubblica Amministrazione e maggiore velocità e trasparenza, anche se rimangono dubbi su come limitare l’utilizzo dell’elenco alle offerte commerciali.
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