La NASpI è l’indennità di disoccupazione che rappresenta una delle principali misure a sostegno del reddito. Esaminiamo i casi in cui se ne ha diritto a seguito della cessazione di un rapporto di lavoro.
Molteplici sono le cause che possono portare alla cessazione del rapporto di lavoro, ma soltanto in alcuni casi però è riconosciuta al lavoratore subordinato questa particolare tutela, che permette, in specifici casi previsti dalla legge, di ricevere un sussidio per un periodo di tempo determinato.
Quando spetta la Naspi?
Quando parliamo di disoccupazione, ci riferiamo alla NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) che consiste nell’indennità di disoccupazione mensile erogata al lavoratore dipendente (esclusi quelli della Pubblica Amministrazione, agricoli etc.) che ha perso il lavoro per una causa a lui non imputabile (licenziamento o scadenza naturale del contratto). Inoltre, l’accesso alla NASpI, sussistendo gli altri requisiti, è consentito anche nei seguenti casi:
- dimissioni per giusta causa, qualora le dimissioni non siano riconducibili alla libera scelta del lavoratore ma siano indotte da comportamenti altrui che integrano la condizione di improseguibilità del rapporto di lavoro (circolare INPS 20 ottobre 2003, n. 163);
- dimissioni intervenute durante il periodo tutelato di maternità, ossia a partire da 300 giorni prima della data presunta del parto e fino al compimento del primo anno di vita del bambino;
- risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, purché sia intervenuta nell’ambito della procedura di conciliazione presso la direzione territoriale del lavoro secondo le modalità di cui all’art. 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604 come sostituito dall’art. 1, comma 40, della legge n. 92 del 2012;
- risoluzione consensuale a seguito del rifiuto del lavoratore di trasferirsi presso la sede della stessa azienda distante più di 50 km dalla residenza del lavoratore e/o mediamente raggiungibile in 80 minuti o più con i mezzi pubblici;
- licenziamento con accettazione dell’offerta di conciliazione di cui all’art. 6 del decreto legislativo n. 23 del 2015;
- licenziamento disciplinare.
Quali sono gli altri requisiti necessari per richiedere l’Indennità di Disoccupazione?
Per accedere alla NASpI è necessario soddisfare alcuni requisiti, nel dettaglio:
- requisito contributivo: il lavoratore deve possedere almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti alla cessazione del rapporto di lavoro;
- requisito lavorativo: il lavoratore deve aver prestato almeno 30 giornate lavorative nei 12 mesi precedenti il periodo di disoccupazione;
Inoltre, il richiedente deve essere immediatamente disponibile allo svolgimento di un’attività lavorativa, presentando la DID, cosiddetta dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, oltre ad essere attivo nella ricerca di lavoro, secondo le regole del patto di servizio personalizzato, sottoscritto presso il Centro per l’Impiego.
Come si presenta la domanda di disoccupazione?
Il lavoratore, a seguito del licenziamento deve presentare apposita domanda:
- direttamente compilando ed inviando il modulo domanda NASpI-COM direttamente online, richiedendo il PIN dispositivo;
- rivolgendosi ad un patronato o ad un intermediario autorizzato ad inviare le richieste per via telematica.
Quando presentare la domanda di disoccupazione?
La domanda deve essere presentata, pena la decadenza dal beneficio, entro 68 giorni dalla data del licenziamento. Lo stesso termine di presentazione è previsto anche quando il lavoratore percepisce l’indennità di mancato preavviso, ma in questo caso i 68 giorni decorrono dal termine del preavviso.
Il lavoratore che al momento del licenziamento si trova in stato di malattia può presentare la domanda di indennità di mobilità entro 60 giorni dal termine del periodo di malattia. Se l’evento di malattia interviene entro 8 giorni dal licenziamento, il lavoratore può presentare la domanda di indennità entro 60 giorni dalla fine del periodo di malattia.
Quando si parla di dimissioni per giusta causa?
Come evidenziato, l’indennità di disoccupazione è riconosciuta anche in determinati casi di dimissioni per giusta causa; nel dettaglio, le fattispecie in cui è ammessa la dimissione per giusta causa sono le seguenti:
- mancato pagamento della retribuzione dovuta, anche nei casi di ritardo sistematico;
- aver subito molestie sessuali nel luogo di lavoro;
- peggioramento delle proprie mansioni o delle condizioni di lavoro;
- aver subito mobbing da parte del datore di lavoro o da superiori;
- mancato rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro;
- trasferimento illegittimo, ossia se il lavoratore è stato spostato in altra sede in assenza di motivi tecnici, organizzativi o produttivi;
- comportamento ingiurioso del datore di lavoro nei confronti del lavoratore.
È possibile richiedere la NASpI per dimissioni legate allo stato di salute?
Quando il lavoratore non rientra in uno dei casi precedentemente elencati, non ha diritto all’indennità di disoccupazione: ad esempio, se le dimissioni sono presentate dal lavoratore per ragioni legate allo stato di salute o malattia l’indennità non è riconosciuta sebbene il lavoratore sia “costretto” a chiedere la cessazione del rapporto di lavoro.
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