Lavorare nel mondo digital è un’opzione che attira sempre più, soprattutto i giovani. Da qualche anno, infatti, il mondo del lavoro ha subito cambiamenti radicali. Se un tempo il posto fisso era la massima aspirazione, oggi si è verificato un cambio di tendenza. Si è sempre più alla ricerca di un lavoro che consenta di equilibrare vita privata e vita professionale, senza troppi vincoli di orari e postazioni. La strada per diventare un digital freelance è percorribile da tutti, certo, ma occorre prestare molta attenzione a due aspetti fondamentali: la formazione (non ci si può improvvisare esperti del mondo digitale senza un’adeguata formazione) e l’inquadramento fiscale.
Chi è il Digital Freelance
Si definiscono Digital Freelance coloro i quali lavorano in ambito digitale. Si tratta di figure molto ricercate negli ultimi anni e che se ben formate e preparate, possono ottenere anche alti compensi. Tra le figure di maggior spicco ci sono il Social Media Manager, il Community Manager, il Digital Marketing Manager, l’esperto SEO, il Content Writer, l’eCommerce Manager. Freelance perché prediligono collaborazioni smart e flessibili, che consentano di gestire il tempo e i progetti senza orari imposti, in completa autonomia e indipendenza.
Per diventare Digital Freelance, oltre all’intraprendenza, servono anche formazione ed esperienza sul campo.
Considerando il lato più burocratico e fiscale, il Digital Freelance è un lavoratore autonomo, il più delle volte libero professionista, che svolge la sua attività con una regolare partita IVA.
Digital Freelance e fisco
Come tutti i liberi professionisti, anche i digital freelance sono soggetti a specifici obblighi fiscali. Le strade percorribili per lavorare in regola senza il timore di ricevere inutili sanzioni sono principalmente due:
- PRESTAZIONE OCCASIONALE (con tutti i limiti che ne derivano)
- PARTITA IVA
La partita IVA è fondamentale per svolgere attività in maniera continuativa, senza alcun limite di reddito o di tempo, e soprattutto essendo in regola con il Fisco italiano.
I passaggi burocratici da seguire per diventare un Digital Freelance
Vediamo in modo semplice e schematico i passaggi da seguire per lavorare come digital freelance ed essere in regola con il fisco.
Per l’apertura della partita IVA, al fine di non rischiare errori e sanzioni, è consigliabile affidarsi a un commercialista, specie per valutare la scelta del regime più favorevole, forfettario o ordinario, e per la scelta del codice ATECO maggiormente in linea con le attività svolte. In ogni caso, è comunque possibile procedere anche in modo autonomo. Riassumiamo qui di seguito i passaggi più importanti.
- REGIME FISCALE
molto spesso per partire il regime agevolato forfettario è il più indicato per via della tassazione al 5% o al 15%. Tuttavia molto dipende dai costi da sostenere per svolgere la propria attività. In regime forfettario, infatti, non si può scaricare alcuna spesa. Ecco perché è importante la consulenza di un commercialista! - CODICE ATECO
si tratta di un codice numerico che identifica la tipologia di attività svolta. Per chi aderisce al regime forfettario, è fondamentale poiché a esso è legato il coefficiente di redditività che determina la base imponibile su cui pagare le tasse. - POSIZIONE PREVIDENZIALE
Oltre alle imposte legate al reddito imponibile annuale, occorre versare anche i contributi. I Digital Freelance, non rispondendo ad alcun Ordine professionale, come invece accade per esempio per gli avvocati o i giornalisti, sono tenuti a iscriversi alla Gestione Separata INPS.
L’importanza del contratto per un digital freelance
Scripta manent, verba volant. Che si tratti di una collaborazione con una piccola realtà, con uno studio professionale o con una grande azienda strutturata, il contratto è fortemente consigliato. Si tratta di una forma di tutela nei propri confronti. Nel contratto, infatti, sono specificate tutte le attività da svolgere, il relativo compenso, i tempi di realizzazione e i metodi di pagamento. Nella redazione del contratto, la parola chiave è dettaglio! Meglio specificare tutto in modo preciso e completo al fine di evitare fraintendimenti inutili con il cliente. E soprattutto, meglio specificare tutto ciò che è escluso, ossia non compreso nella collaborazione.