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Dichiarazione IVA: cos'è e quando farla

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Dichiarazione IVA: cos’è e quando farla

SOMMARIO

La dichiarazione IVA è una dichiarazione fiscale che devono presentare i titolari di partita IVA. Nel modello IVA devono essere inserite tutte le operazioni in entrata e in uscita avvenute nell’anno precedente, rilevanti ai fini IVA. Vediamo come funziona.

Cos’è la dichiarazione IVA

Con la dichiarazione o modello IVA i soggetti passivi IVA dichiarano all’Agenzia delle Entrate le operazioni effettuate nel corso dell’anno d’imposta precedente rilevanti ai fini dell’IVA. Da tale dichiarazione poi, si determina l’ammontare dell’IVA dovuta o, se versata in eccesso, l’importo del credito IVA.

Sono obbligati alla trasmissione della dichiarazione annuale Iva tutti i titolari di partita Iva che esercitano attività d’impresa, attività artistiche o professionali.

La presentazione delle dichiarazioni IVA in precedenza avveniva insieme alla dichiarazione dei redditi. Da qui il nome di modello UNICO. Dal 2017 la presentazione del modello IVA avviene in forma autonoma, utilizzando il modello ministeriale. La trasmissione è esclusivamente per via telematica.

Restano esclusi dalla trasmissione del modello IVA determinati soggetti che, anche se titolari di partita IVA, non sono tenuti all’adempimento per legge come per esempio i contribuenti che hanno effettuato esclusivamente operazioni esenti e i contribuenti forfettari e minimi.

La dichiarazione IVA 2019 è disponibile al seguente link www.agenziaentrate.gov.it/…dichiarazioni iva 2019

Come si calcola l’IVA dovuta?

Normalmente le partita IVA effettuano la liquidazione periodica dell’IVA da versare. La liquidazione avviene mensilmente o trimestralmente a seconda del volume di affari.

Quando le liquidazioni periodiche devono essere corrette occorre compilare il quadro VH della dichiarazione IVA. Tale quadro va compilato esclusivamente per effettuare delle correzioni delle precedenti liquidazioni periodiche (risoluzione Agenzia delle Entrate 104/E/2017).

Capita che, nonostante l’imposta risultante delle liquidazioni periodiche sia stata regolarmente versata, dalla dichiarazione potrebbe emergere un credito o un debito. Succede quando ci sono errori nelle liquidazioni periodiche precedenti oppure il versamento di un acconto IVA maggiore del dovuto. In questo caso la dichiarazione annuale comporta un credito o un debito IVA verso l’Agenzia delle Entrate. In alternativa il modello IVA presenta un pareggio e implica che tutto è stato regolarmente pagato sulla base delle liquidazioni periodiche.

Compensazione credito IVA

Quando dal modello IVA risulta un credito, è possibile utilizzarlo in compensazione seguendo precise modalità come di seguito riportato:

  • compensazione libera per crediti IVA fino a 5.000 euro
  • per crediti superiori a 5.000 euro (ma entro 15.000 euro) la compensazione deve essere preceduta dalla trasmissione del modello Iva
  • crediti superiori a 15.000 euro è necessaria che la compensazione sia preceduta dall’invio del modello Iva munito del visto di conformità

Scadenza della dichiarazione IVA

Le dichiarazioni IVA devono essere presentate nel periodo compreso tra il 1° febbraio e il 30 aprile di ciascun anno. Le operazioni attive e passive da dichiarare riguardano l’anno d’imposta precedente. Quindi, per esempio, il modello IVA 2020 si riferisce al periodo di imposta 2019 e andrà presentata tra il 1° febbraio e il 30 aprile 2020.

Quali sono le sanzioni?

È valida la dichiarazione IVA presentate entro 90 giorni dalla scadenza del termine, salvo l’applicazione delle sanzioni previste dalla legge (da 250 euro a 2.000 euro). Quando il contribuente, contestualmente alla presentazione tardiva della dichiarazione, si avvale del ravvedimento operoso la sanzione è ridotta.

Quando dalla dichiarazione IVA risulta un’imposta non versata, è applicabile la sanzione prevista per l’omesso versamento (pari al 30% dell’imposta non versata). Anche per tale infrazione è possibile applicare l’istituto del ravvedimento operoso per ridurre la sanzione.

Le dichiarazioni presentate oltre 90 giorni si considerano omesse, ma rappresentano un valido titolo per la riscossione dell’imposta che risulta eventualmente dovuta. La sanzione applicabile in questo caso varia dal:

  • 120% al 240% dell’ammontare dell’imposta dovuta, con un minimo di 250 euro in presenza di imposta a debito
  • da 250 euro a 2.000 euro se il soggetto effettua esclusivamente operazioni per le quali non è dovuta l’imposta

Dichiarazioni IVA e fattura elettronica

Con l’introduzione dell’obbligo di emissione della fattura elettronica, dal 2020 l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei contribuenti, in apposita area riservata, le bozze relative al registro delle fatture emesse, al registro delle fatture e delle bollette doganali relative ai beni e ai servizi acquistati o importati, alla liquidazione periodica dell’IVA, oltre che la bozza della dichiarazione annuale dell’IVA.

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