La questione debitoria è sempre in primo piano nell’economia e nella vita quotidiana del contribuente italiano. Esaminiamo i due strumenti principali che lo Stato ha previsto per la risoluzione delle situazioni debitorie difficili. Ecco come ridurre i debiti Equitalia.
In periodo di crisi sono sempre di più i soggetti indebitati con il Fisco che oltre a vedersi notificare una cartella esattoriale, vedono sempre peggiorare la propria la situazione a causa degli impegni assunti a cui difficilmente riescono a far fronte.
Vediamo insieme due dei possibili rimedi per il contribuente per uscire nel modo meno dannoso da una situazione debitoria e ridurre i debiti equitalia.
Rottamazione equitalia
La Rottamazione ter è la misura introdotta dal Governo per incentivare i contribuenti a stralciare i propri debiti con il Fisco per i carichi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione dal 2000 al 31 dicembre 2017.
Con l’adesione alla Definizione Agevolata il contribuente può pagare soltanto la sorte capitale delle cartelle esattoriali senza dover corrispondere gli interessi moratori e le sanzioni maturate nel corso degli anni, ottenendo in molti casi un notevole risparmio. Inoltre l’importo del debito dovuto può essere rateizzato. Per ulteriori info consultare il nostro post al seguente link: Rottamazione ter 2019: istruzioni per l’uso
Quando scade la rottamazione bis?
Il termine ultimo per poter “rottamare” le cartelle di pagamento sarà 30 aprile 2019 per attendere l’accettazione da parte dell’Agente entro il 30 giugno 2019.
Il pagamento del debito rottamato deve avvenire in un’unica soluzione oppure fino ad un massimo di 18 rate consecutive in 5 anni, con le seguenti scadenze:
- le prime due rate entro il 31 luglio 2019 e il 30 novembre 2019;
- le restanti 16 rate, entro il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ciascun anno fino al 2023. La prima e la seconda rata sono pari al 10% del dovuto; le restanti rate invece sono di pari importo.
Conviene aderire alla definizione agevolata?
È una domanda che in tanti ci pongono ed a cui non è possibile attribuire una risposta univoca in quanto le situazioni vanno valutate singolarmente. Molteplici le variabili che influiscono sulla convenienza o meno della rottamazione dei ruoli: si può passare da casi limite con risparmi pari o superiori al 90% (come ad esempio per le cartelle contenenti solo sanzioni), a risparmi esigui e veramente modesti.
Per valutare la convenienza occorre:
- richiedere un estratto di ruolo ad Equitalia recandosi presso un qualsiasi sportello dell’Agenzia Entrate Riscossione (ex Equitalia) oppure direttamente online al seguente link per valutare la natura dei propri redditi;
- simulare la rottamazione eliminando le sanzioni e gli interessi di mora e ricalcolando il valore dell’aggio (il compenso, cioè, che percepisce l’agente della riscossione). Naturalmente, maggiore è l’importo delle sanzioni contenente nella cartella e maggiore è la convenienza di accedere alla rottamazione.
Come aderire alla Rottamazione ter?
Come già ricordato, i contribuenti potranno aderire alla Rottamazione presentando il modello DA 2000/17 attraverso una delle seguenti modalità:
- utilizzando i servizi digitali Agenzia delle Entrate-Riscossione “Fai D.A. te”;
- attraverso Posta Elettronica Certificata;
- attraverso EquiPro avvalendosi di intermediari abilitati e loro incaricati a cui è necessario conferire la delega;
- consegna diretta del modulo presso gli sportelli dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione.
Esdebitazione o legge salva suicidi
Un’altra valida soluzione per risolvere una situazione debitoria per il contribuente è quella dell’Esdebitazione o anche detta Legge Sovraindebitamento, ossia la procedura rivolta a coloro che non possono accedere alle procedure concorsuali per risolvere una situazione di crisi.
Con questa procedura, se il piano del consumatore o la procedura di liquidazione viene accettata, il debitore è esdebitato, ossia, beneficia della liberazione da tutti debiti residui a cui non riesce ad ottemperare.
Quali soggetti possono richiedere l’esdebitazione?
La procedura di esdebitazione è rivolta al debitore che si trova in una situazione duratura di squilibrio tra impegni assunti e patrimonio liquidabile e che non è capace di adempiere alle obbligazioni contratte. Tale procedimento è rivolto ai soggetti non fallibili, nel dettaglio si tratta di:
- consumatori e persone fisiche che hanno assunto debiti fuori dall’attività professionale o di impresa;
- imprenditori agricoli;
- liberi professionisti e lavoratori autonomi;
- piccoli imprenditori commerciali, ossia quelli con fatturato inferiore a € 200.000 annui;
- start-up innovative;
- associazioni sportive, Onlus, fondazioni ed enti non commerciali.
Come funziona l’esdebitazione?
L’esdebitazione prevede tre possibili rimedi per risolvere la situazione di indebitamento:
- l’accordo di ristrutturazione in cui è necessario il consenso dei creditori che rappresentano almeno il 60% dei crediti;
- la liquidazione del patrimonio: è il rimedio più drastico e consiste nella liquidazione dei beni e dei crediti del debitore per soddisfare i creditori. Tuttavia non rientrano nella liquidazione i beni necessari per il mantenimento della famiglia. In caso di mancata soddisfazione di tutti i creditori i debiti si estinguono;
- il piano del consumatore riservato esclusivamente alle persone fisiche che possono presentare mediante un avvocato un piano per soddisfare i propri creditori.
Quali sono i debiti esclusi dall’esdebitazione?
Attenzione però, perché non tutti i debiti sono ammessi alla procedura di esdebitazione, restano esclusi quelli che rientrano nelle seguenti categorie:
- Debiti derivanti da obblighi di mantenimento;
- Debiti dovuti a titolo di risarcimento dei danni derivanti da fatto illecito extracontrattuale;
- Sanzioni penali ed amministrative di carattere pecuniario non accessorie a debiti estinti.
Per ulteriori info consultare anche il nostro post Esdebitazione: come funziona?
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