La questione di cosa sia possibile “scaricare” nel regime forfettario rappresenta un interrogativo che ogni titolare di Partita IVA agevolata ha certamente considerato almeno una volta nel corso della propria attività. La risposta diretta a questa domanda sarebbe: “Niente! Chi adotta il regime forfettario non può scaricare alcuna spesa o costo”. Tuttavia, è necessario chiarire che questa risposta richiede un’esplicazione più approfondita, poiché talvolta le cose non sono così nette.
Per rispondere in modo esaustivo alla domanda Cosa posso scaricare in regime Forfettario, è fondamentale comprendere come si calcoli il reddito imponibile. In questo contesto, il termine “forfettario” deriva dal fatto che il reddito viene determinato in base a valori standardizzati. Il reddito viene calcolato moltiplicando il fatturato incassato per un coefficiente specifico, denominato “coefficiente di redditività“, il quale varia a seconda del codice ATECO (Attività Economica) dell’impresa.
Le spese deducibili, che riducono il reddito imponibile, sono fissate in anticipo e rappresentano sempre la stessa percentuale del fatturato, indipendentemente dall’effettiva sostenibilità di tali costi o dalla loro documentazione attraverso fatture. In altre parole, anche se vi sono spese reali o meno, il reddito rimarrà sempre una percentuale fissa del fatturato.
Come funziona il regime forfettario
Nel regime forfettario, non è ammesso dedurre alcun costo ai fini della determinazione del reddito imponibile. Per comprendere meglio questo principio, consideriamo un piccolo esempio.
Andrea è un social media manager con Partita IVA in regime forfettario, nel 2022 ha fatturato 10.000 euro.
Il suo reddito imponibile ai fini fiscali sarà determinato moltiplicando il fatturato per il coefficiente di redditività specifico per la sua attività, che nel suo caso è del 78%.
Calcolo dell’imponibile ai fini fiscali: 10.000 euro x 78% = 7.800 euro
I restanti 2.200 euro (il 22% rimanente) non saranno soggetti a tassazione, poiché sono considerati costi forfettari.
NOTA BENE: questi costi ipotetici non richiedono documentazione tramite fatture.
Nel caso del regime forfettario “start-up”, è applicata una tassa sostitutiva del 5% sull’imponibile fiscale calcolato in precedenza, che nel nostro esempio ammonta a 390 euro.
Quindi, il regime forfettario risulta particolarmente vantaggioso per chi non deve sostenere costi aziendali elevati, ma meno conveniente per chi ha spese più consistenti.
Il Coefficiente di Redditività
Il coefficiente di redditività rappresenta una percentuale assegnata in base al codice ATECO, e varia in base al tipo di attività svolta. Questa percentuale può variare notevolmente, con un range che va dal 40% per le attività commerciali all’86% per alcune attività di intermediazione o artigianali. Chiaramente, un coefficiente di redditività più basso si traduce in un reddito imponibile più basso, con imposte di conseguenza inferiori.
Ecco una tabella con i coefficienti di redditività associati a diverse attività.
Tipologia di attività | Codici ATECO | Coeff. di reddit. |
Industrie alimentari e delle bevande | (10-11) | 40% |
Commercio all’ingrosso e al dettaglio | 45- (da 46.2 a 46.9) (da 47.1 a 47.7) – 47.9 | 40% |
Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande | 47.81 | 54% |
Commercio ambulante di altri prodotti | 47.82 – 47.89 | 54% |
Costruzioni e attività immobiliari | (41–42–43)–(68) | 86% |
Intermediari del commercio | 46.1 | 62% |
Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione | (55 – 56) | 40% |
Attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari ed assicurativi | (64–65–66)–(69–70–71–72–73–74–75) (85)–(86–87–88) | 78% |
Altre attività economiche | (01–02–03)–(05–06–07–08–09)–(12–13-14-15–16–17–18–19–20–21–22–23–24–25–26-27–28–29–30–31–32–33)–(35)–(36-37–38–39)–(49–50–51– 52–53)–(58–59–60–61–62–63)–(77-78–79–80–81–82)–(84)–(90 – 91 – 92 – 93)–(94 – 95 – 96) – (97 – 98) – (99) | 67% |
Cosa posso scaricare in Regime Forfettario? I contributi previdenziali!
Tuttavia, nel regime forfettario è possibile dedurre i contributi previdenziali! Questi rappresentano l’unico costo deducibile non calcolato in maniera standardizzata.
Una volta calcolato il reddito, è possibile sottrarre i contributi previdenziali obbligatori versati nell’anno precedente. Questi contributi saranno sottratti dal reddito imponibile. Un esempio può chiarire ulteriormente questo aspetto.
Andrea, durante il suo secondo anno di attività, ottiene un fatturato di 12.000 euro. Nel corso dell’anno precedente, ha versato 2.000 euro di contributi alla Gestione Separata INPS.
Il suo reddito imponibile ai fini fiscali sarà quindi calcolato come segue:
(12.000 euro x 78%) – 2.000 euro = 7.360 euro.
Di conseguenza, l’imposta sostitutiva da pagare sarà pari a 368 euro (7.360 euro x 5%).
ATTENZIONE: i professionisti in gestione separata non versano contributi durante il primo anno di attività. I primi pagamenti saranno effettuati successivamente, in sede di dichiarazione dei redditi, e non potranno essere dedotti finché non sono stati effettivamente versati.
Un caso diverso si applica alle imprese iscritte in Camera di Commercio e alla Gestione Commercianti e Artigiani dell’INPS, che devono versare i contributi fissi già nel loro primo anno di attività. In questo caso, è possibile dedurre i contributi già nella prima dichiarazione dei redditi.
È importante sottolineare che i contributi previdenziali riducono il reddito imponibile ai fini fiscali, ma non quelli previdenziali. Pertanto, il reddito imponibile per il calcolo dell’imposta sostitutiva è determinato come segue: (fatturato x coefficiente di redditività) – contributi previdenziali. Il reddito imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali, d’altra parte, è semplicemente calcolato come: fatturato x coefficiente di redditività.
Scaricare i costi sostenuti per i clienti
Esiste una pratica che può essere utilizzata sia da chi adotta il regime forfettario sia da chi ha una Partita IVA nel regime ordinario per ridurre il proprio fatturato e, di conseguenza, il reddito soggetto a tassazione.
Stiamo parlando della possibilità di addebitare al cliente le spese sostenute per completare un lavoro per conto suo. Queste spese possono includere costi di viaggio, alloggio, materiali, bolli, bollettini postali, e così via.
Tuttavia, affinché queste spese non concorrano ai ricavi e non siano soggette a tassazione, devono essere debitamente documentate attraverso fatture intestate direttamente al cliente finale. In altre parole, la fattura ricevuta dal fornitore deve essere intestata al cliente del professionista, che si limita a effettuare il pagamento anticipato. Nella fattura di vendita emessa dal professionista, verranno indicati il compenso e un importo separato relativo alle spese anticipate, con l’allegato della fattura ricevuta dal fornitore.
È importante che sulla fattura siano presenti i riferimenti normativi relativi all’adesione al regime forfettario, oltre alla dicitura “spese anticipate ex Art. 15 DPR 633/72” accanto all’importo delle spese anticipate. Questa pratica deve essere concordata con il cliente.
6 risposte-
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i contributi previdenziali “scaricabili” sono sono quelli INPS?
se versassi 4000€ in un fondo pensione privato gestito dalla mia banca, potrò portarli in detrazione?
Per un artigiano in regime forfettario, nel caso specifico, elettricista, i materiali acquistati per realizzare i lavori, possono essere detratti?
Salve Davide,
nel forfettario non è possibile dedurre in costi analiticamente.
Cordialità
Buongiorno,
tra i costi sostenuti per i clienti “spese anticipate ex Art. 15 DPR 633/72” è ammissibile inserire i costi di una consulenza utile fornire elementi necessari alla prestazione professionale prestata ?
Salve,
la fattura è necessario che sia intestata al cliente. E’ così?
Cordialità
il regime forfettario può ottenere i benefici delle detrazioni fiscali da ecobonus e ristrutturazioni edilizie?