Acronimo di Invalidità, Vecchiaia, Superstiti, il contributo IVS è una delle tante voci presenti sui cedolini dei lavoratori dipendenti privati. Tale contributo può essere versato in modo diretto o indiretto. Quest’ultima opzione è la più frequente e corrisponde alla trattenuta in busta paga. Il contributo IVS è corrisposto all’INPS e serve a garantire che una specifica somma di denaro sia disponibile per il lavoratore impossibilitato a continuare a lavorare. In altre parole, il versamento del contributo IVS assicura il diritto a percepire delle forme di contribuzioni mensili da parte dell’INPS in caso di invalidità o inabilità per anzianità. O ancora, in caso di decesso dello stesso lavoratore dipendente, l’erogazione dei contributi agli eredi superstiti.
Si può, dunque, affermare che lo scopo del contributo IVS sia duplice. Da un lato assicura il lavoratore, dall’altro i superstiti del defunto.
Contributo IVS: i dettagli
Il contributo Invalidità, Vecchiaia e Superstiti è a tutti gli effetti considerato facente parte delle contribuzioni previdenziali. L’obiettivo finale di queste forme di sostegno, infatti, è garantire al lavoratore dipendente un futuro in caso di incidenti o fatti che implicherebbero la carriera lavorativa e il relativo proseguimento dell’attività svolta.
L’importo dei contributi previdenziali è determinato sia dal contributo IVS, sia da altri versamenti, come quelli imputabili alla malattia, alla cassa integrazione e alla disoccupazione. Tutte queste voci concorrono, infatti, alla determinazione dell’aliquota complessiva.
Mediante il contributo IVS, si finanziano i costi che l’INPS si vedrebbe costretto a sostenere in caso di vecchiaia, invalidità o decesso del lavoratore dipendente.
Per sapere a quanto ammonta il contributo IVS mensile, è sufficiente leggere la relativa voce presente su tutte le buste paga dei lavoratori dipendenti.
ATTENZIONE: il lavoratore autonomo che desidera versare il contributo IVS può procedere al versamento del suddetto mediante modello F24.
Quando si paga?
I dipendenti del settore privato, i commercianti, gli artigiani e gli apprendisti sono chiamati a versare all’INPS la propria quota IVS. Stesso discorso anche per i professionisti autonomi iscritti alla Gestione Separata, i mezzadri, i coltivatori diretti e i coloni, gli artisti dello spettacolo e i giornalisti iscritti all’INPGI. Sono esclusi dal versamento del contributo IVS i dipendenti pubblici.
In linea generale, il contributo IVS è trattenuto direttamente in busta paga. I lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata, qualora volessero procedere con il versamento, invece, dovranno utilizzare il modello F24.
Nell’arco dell’anno, le rata da pagare imputabili al contributo IVS sono 4 e possono subire piccole variazioni di scadenza dettati dalla tipologia del giorno: feriale o festivo. In linea generale, la suddivisione è la seguente:
- PRIMA RATA: 16 febbraio
- SECONDA RATA: 16 maggio
- TERZA RATA: 16 agosto
- QUARTA RATA: 16 novembre
Il calcolo del contributo IVS
L’importo del contributo Invalidità, Vecchiaia, Superstiti non è fisso. I fattori presi in considerazione nel calcolo sono vari. In linea generale, l’aliquota IVS oscilla tra il 24% e il 33%.
Sia il lavoratore, sia il datore di lavoro concorrono nel versamento del contributo previdenziale e pensionistico. Ovviamente in misura differente, le cui percentuali sono calcolate in base al minimo giornaliero annuale determinato in modo diretto dall’INPS. Il minimo di riferimento dell’anno 2019 è pari a 48,74 euro. La quota spettante al lavoratore è pari circa al 9,19%.
Il calcolo della quota IVS si fonda sull’ammontare del reddito imponibile e sui seguenti altri elementi:
– tipologia di contratto
– reddito e dimensione dell’azienda
– reddito del lavoratore
– età
– residenza
Alcuni esempi di calcolo per liberi professionisti
Chi è un libero professionista iscritto alla Gestione Separata, ha la facoltà di versare il contributo Invalidità, Vecchiaia e Espatri mediante modello F24. Vediamo insieme l’ammontare totale dell’eventuale quota da versare.
a) Lavoratori autonomi non assicurati con altre forme pensionistiche
Contribuzione pari al 25,72%. Il 25% è attribuibile direttamente all’IVS, il restante 0,72% corrisponde a un’aliquota aggiuntiva.
Imponibile | 40.000 euro |
Aliquota INPS | 25,72% (25% IVS + 0,72% aliquota aggiuntiva) |
Contributi complessivi | 10.288 euro (10.000 euro IVS + 288 euro) |
Quota lavoratore | 8.688 euro (10.288 – 1.600) |
Percentuale committente (4% rivalsa INPS) | 1.600 euro (4% di 40.000 euro) |
b)Lavoratori autonomi che percepiscono una pensione o hanno un’altra forma di tutela pensionistica obbligatoria
Contribuzione pari al 24%.
Imponibile | 40.000 euro |
Aliquota | 24% |
Contributi complessivi | 9.600 euro |
Quota lavoratore | 8.000 euro (9.600 – 1.600 euro) |
Quota committente (4% rivalsa facoltativa INPS) | 1.600 euro (4% di 40.000 euro) |
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