Spesso chi si appresta ad aprire la partita IVA ci chiede quali sono i costi da sostenere e quali le tasse e le imposte da pagare. Ne abbiamo già parlato ampiamente in alcuni precedenti articoli, nello specifico in uno relativo alle tasse generiche e nella nostra guida al Regime Forfettario. Per chi volesse, abbiamo anche messo a disposizione un tool gratuito per il calcolo delle imposte in Regime Forfettario. Oggi, invece, vogliamo approfondire il tema dei contributi previdenziali nel regime forfettario.
Contributi previdenziali, a chi si devono versare?
Tutti i soggetti che hanno la partita IVA sono obbligati ad avere un trattamento previdenziale. Questo significa che si è chiamati a versare i contributi previdenziali. A chi? In linea generale all’INPS, ma in caso di professionisti autonomi iscritti a uno specifico Ordine, alla cassa professionale di appartenenza. Sono un esempio di queste specifiche professioni, gli ingegneri, i medici, gli architetti e gli avvocati. Il valore dei contributi da versare ogni anno è in funzione dell’attività svolta.
Possiamo individuare 3 macro categorie:
– artigiani e commercianti
– liberi professionisti senza cassa
– liberi professionisti con cassa di previdenza autonoma
I contributi previdenziali degli artigiani e dei commercianti
Gli artigiani sono i soggetti che svolgono in prima persona un’attività di produzione di beni e servizi. Sono considerati tali, i falegnami, gli elettricisti, i pizzaioli, gli estetisti, i pasticceri, etc). I commercianti sono i soggetti che acquistano e vendono beni o attività di servizi. Sono considerati tali i negozianti, gli agenti di commercio, i procacciatori d’affari). Artigiani e commercianti afferiscono alla stessa gestione previdenziale, ossia la Gestione INPS Commercianti e Artigiani.
Le modalità di versamento dei contributi per artigiani e commercianti sono:
1) VERSAMENTO ANNUALE MINIMO FISSO a prescindere dal volume d’affari
2) VERSAMENTO VARIABILE calcolato oltre un minimale di reddito
A quanto ammontano i contributi fissi per artigiani e commercianti?
La quota dei contributi fissi per gli artigiani e i commercianti bisogna sempre versarla, a prescindere dal reddito generato annualmente.
NOTA BENE: anche coloro i quali non hanno generato alcun reddito sono tenuti a versare i contributi fissi. L’importo dei contributi fissi è stabilito di anno in anno dall’INPS.
Riduzione del 35%
Gli artigiani e i commercianti aderenti al Regime Forfettario possono richiedere la riduzione del 35% del valore dei contributi fissi (e variabili).
In questo caso, la somma da versare sarà pari è circa 2.500 euro. Il versamento dei contributi previdenziali fissi avviene in 4 rate annuali di pari importo, il giorno 16 dei mesi di maggio, agosto, novembre e febbraio dell’anno successivo.
Contributi variabili
I contributi fissi devono essere pagati a prescindere dal reddito generato. Nel caso in cui questo superi i 15.953 euro, oltre ai contributi previdenziali fissi, si dovranno versare anche i contributi variabili, i cosiddetti contributi eccedenti il minimale.
L’importo da versare è calcolato in percentuale alla parte eccedente. Nello specifico, è previsto il 24% per gli artigiani e il 24,09% per i commercianti.
ATTENZIONE: se un soggetto in regime forfettario ha richiesto la riduzione del 35% dei contributi previdenziali, la stessa riduzione sarà valida anche per i contributi variabili.
ESEMPI
1) eCommerce in Regime Forfettario, fatturato annuo pari a 35.000 euro, coefficiente di redditività 40%
35.000*40% = 14.000 euro
Il soggetto titolare di partiva IVA sarà tenuto a versare solo i contributi fissi, pari a 2.500 euro circa in caso di richiesta riduzione 35%
2) eCommerce in Regime Forfettario, fatturato annuo pari a 45.000 euro, coefficiente di redditività 40%
45.000*40% = 14.000 euro
Il soggetto titolare di partiva IVA sarà tenuto a versare i contributi fissi, pari a 2.500 euro circa in caso di richiesta riduzione 35%, e i contributi variabili così calcolati 18.000 – 15.593 = 2.407 euro
2.407*24,09% = 579,84 euro
In Regime Forfettario con riduzione del 35%, l’importo da pagare sarà di 376,90 euro.
NOTA BENE: per redditi maggiori a 47.379 euro annui è applicato un ulteriore aumento dell’1% secondo l’ex art. 3-ter della Legge numero 438 del 14 novembre 1992 I contributi previdenziali variabili devono essere versati tra il 30 giugno e il 30 novembre.
I contributi previdenziali dei lavoratori autonomi senza cassa
I lavoratori autonomi privi di una cassa di previdenza (consulenti digital marketing, fisioterapisti, fotografi e professionisti per i quali non esiste un apposito Albo) sono obbligati a iscriversi alla Gestione Separata INPS. Questi soggetti sono chiamati a versare i contributi previdenziali pari al 26,23% del reddito risultante dalla dichiarazione.
La Gestione Separata ha il vantaggio che non si ha l’obbligo della contribuzione fissa. I contributi da versare si basano solo sul reddito prodotto. Questo significa che se il fatturato è pari a zero, non si dovranno versare i contributi. Non esistono agevolazioni contributive di alcun tipo, l’aliquota contributiva è la stessa per tutti a prescindere dal regime fiscale scelto.
ESEMPIO
1) Social Media Manager in Regime Forfettario – fatturato annuale 25.000 euro – coefficiente di redditività 78%
25.000*78% = 19.500 euro
19.500*26.23% = 5.114,85 euro contributi previdenziali variabili da versare
I contributi dei professionisti con cassa di previdenza
Alcuni soggetti, al fine di esercitare la loro professione sono obbligati ad iscriversi a un Albo Professionale e alla relativa Cassa di Previdenza. Ne sono un esempio gli avvocati, gli psicologi, i medici, gli architetti, gli ingegneri, etc. I contributi previdenziali per i suddetti soggetti devono essere versati alla relativa cassa di appartenenza, secondo le regole contributive specifiche.
In linea generale, le casse previdenziali private prevedono differenti tipi di versamento:
CONTRIBUTO MINIMO da versare a prescindere dal reddito annuale generato (può variare in base all’età del contribuente o dagli anni dall’abilitazione) CONTRIBUTO IN PERCENTUALE varia a seconda del volume di affari del professionista. In linea generale la percentuale oscilla tra il 10% e il 20% del reddito CONTRIBUTO INTEGRATIVO è obbligatorio da inserire in fattura per i professionisti e finanzia in modo diretto la cassa previdenziale. In questo caso la percentuale varia dal 2% al 4%. I contributi integrativi in fattura non contano nel calcolo dell’imponibile per i professionisti.
4 risposte-
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Buonasera. Non è chiara una cosa: essendo lavoratore dipendente settore privato e volevndo aprire una partita iva in regime forfettario, devo o no pagare le imposte previdenziali all’INPS?
Gentile Fabio,
certamente si che occorre versare i contributi. Da controllare se rientra nell’esenzione in quanto lavoratore dipendente.
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Cordialità
Sono un dottore commercialista pensionato che continua ad essere iscritto all’Albo ed a continuare la propria attività in regime forfettario. Poichè pare debba versare solo il contributo integrativo minimo indipendentemente dal volume d’affari dovendo, come per legge, fare le fatture senza applicazione dell’IVA, il contributo integrativo minimo da versare alla Cassa annualmente ammonta ad €. 705,00 in misura fissa, quindi continuare a percepire la pensione assegnatali. In attesa di Vs/. cortese riscontro, cordialmente Vi saluto.
Gentile Collega, benvenuto.
Come posso aiutarTi?
Michela