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Contributi INPS forfettario: come pagare meno

SOMMARIO

Il regime forfettario è noto per la sua tassazione agevolata al 15%, che può addirittura scendere al 5% nei primi 5 anni per le nuove attività. Per quanto riguarda i contributi INPS, esistono diverse casse previdenziali, come la Cassa Forense per gli avvocati o l’INARCASSA per gli ingegneri. Per chi non rientra in queste categorie, esiste la Gestione separata. Si tratta di una cassa previdenziale per chi non ha una specifica cassa di appartenenza. In questo caso, i contributi sono calcolati come percentuale sui ricavi prodotti. Ma come è possibile pagare meno contributi?

Contributi INPS: facciamo chiarezza

Il regime forfettario semplifica la tassazione per molti, ma i contributi INPS richiedono attenzione. Esistono diverse casse previdenziali per i professionisti iscritti a specifici albi. Gli altri versano i contributi all’INPS, ma qui la distinzione è importante: c’è la Gestione Artigiani e Commercianti IVS e la Gestione Separata.

La Gestione Separata è per chi non ha una cassa previdenziale specifica. I contributi, calcolati in base ai ricavi, sono direttamente proporzionali ai propri introiti. Fatturi poco, paghi meno contributi (in valore assoluto).

Si parla invece di contributi fissi IVS (Invalidità, Vecchiaia, Superstiti) per tutti coloro i quali sono iscritti alla Gestione Artigiani e Commercianti. Per l’INPS, il reddito minimo su cui si calcolano i contributi nel 2024 è di 18.415 euro. Gli importi fissi INPS sono:

  • Artigiani: 4.427,04 euro (4.371,80 euro per chi ha meno di 21 anni)
  • Commercianti: 4.515,43 euro (4.460,19 euro per chi ha meno di 21 anni)

Questo significa che se anche un commerciante o un artigiano fattura 1000 euro, se iscritto alla Gestione Artigiani e Commercianti, dovrà versare gli importi fissi dei contributi INPS.

NOTA BENE: se si apre la partita IVA durante l’anno, gli importi si proporzionano ai mesi di attività. Per artigiani è 368,92 euro al mese, per commercianti 376,29 euro al mese (per chi ha meno di 21 anni, gli importi sono inferiori).

Sopra una certa soglia di ricavi si applicano aliquote aggiuntive:

  • Fino a 55.008 euro:
    • Commercianti: 24,48% (24,18% per chi ha meno di 21 anni)
    • Artigiani: 24% (23,70% per chi ha meno di 21 anni)
  • Oltre i 55.008 euro:
    • Commercianti: 25,48% (25,18% per chi ha meno di 21 anni)
    • Artigiani: 25% (24,70% per chi ha meno di 21 anni)

I contributi vanno versati in 4 rate nel 2024 entro specifiche date:

  • 16/05/2024
  • 20/08/2024
  • 18/11/2024
  • 17/02/2025

Riduzione contributi INPS forfettari

Ma c’è una buona notizia per chi è in regime forfettario! È possibile ottenere una riduzione del 35% sui contributi INPS. Attenzione però, perché si tratta di un’agevolazione non automatica. È, infatti, necessario presentare una specifica domanda all’INPS.

Chi intende usufruire dell’agevolazione deve presentare la domanda entro il 28 febbraio per ottenere la riduzione del 35% dei contributi IVS dell’anno in corso. Se invece si apre la partita IVA in regime forfettario dopo il 28 febbraio, la richiesta di riduzione contributiva va presentata subito dopo aver ricevuto il provvedimento di apertura della posizione previdenziale alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS.

I requisiti da soddisfare sono l’adozione del regime forfettario e l’iscrizione alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS. La domanda va presentata tramite procedura telematica, accedendo alla sezione “Cassetto Previdenziale Artigiani e Commercianti” del portale INPS e compilando il modulo di dichiarazione di responsabilità. In alternativa, si può ottenere assistenza avvalendosi dei servizi e delle consulenze del nostro Studio.

La riduzione dei contributi INPS forfettario non ha una scadenza. Essa è rinnovata automaticamente ogni anno, a meno che non si richieda espressamente la rinuncia.
IMPORTANTE: la domanda può essere presentata una sola volta; quindi, se si rinuncia una volta, non sarà più possibile cambiare idea.

Riduzione contributi INPS forfettario: esempio

Cerchiamo di mettere ordine nei conti. Supponiamo di avere un forfettario iscritto alla Gestione Commercianti, con più di 21 anni, che ha ottenuto ricavi per 40.000 euro in un anno, e che il suo coefficiente di redditività sia del 40%. Ecco quanto pagherebbe.

  1. Calcoliamo il reddito imponibile: 53.000 euro x 40% = 21.200 euro
  2. Sottraiamo il reddito minimale per il 2024: 21.200 euro – 18.415 euro = 2.785 euro (reddito eccedente)
  3. Calcoliamo il contributo sul reddito eccedente: 2.785 euro x 24,48% = 682,92 euro
  4. Sommiamo i contributi fissi: 4.515,43 euro + 682,92 euro = 5.198,35 euro, il totale dei contributi da versare.

Se il forfettario ha presentato la domanda per la riduzione, il calcolo sarebbe il seguente: 5.198,35 euro – 35% = 3.378,29 euro

La riduzione dei contributi INPS forfettario porterebbe il totale da versare a 3.378,29 euro, inferiore al totale calcolato senza la riduzione (5.198,35 euro).

Conviene davvero la riduzione contributi INPS?

La decisione di aderire alla riduzione dei contributi INPS deve essere valutata attentamente, considerando non solo il risparmio immediato, ma anche gli effetti a lungo termine sulle prestazioni pensionistiche.

Nel caso in cui il contribuente versi un importo inferiore al minimale a causa della riduzione, il periodo di contribuzione potrebbe essere riproporzionato in base agli importi effettivamente versati. Questo potrebbe influenzare la maturazione dei requisiti pensionistici, rendendo più lungo il tempo necessario per raggiungere determinati traguardi pensionistici.

È quindi fondamentale valutare attentamente i pro e i contro, tenendo conto della propria situazione finanziaria attuale e delle proiezioni per il futuro pensionistico. In alcuni casi, potrebbe essere più vantaggioso mantenere i contributi al livello minimo per garantire una continuità nella copertura previdenziale e assicurare una maggiore stabilità nel percorso pensionistico.

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