L’iscrizione all’ordine degli avvocati è un passo cruciale nella carriera di un avvocato, ma spesso si trascura l’importanza dell’adesione automatica alla cassa degli avvocati, conosciuta anche come Cassa Forense. Questo ente svolge un ruolo fondamentale nella sicurezza finanziaria degli avvocati durante la loro carriera e nella pensione da avvocato. In questo articolo, esploreremo in dettaglio i contributi avvocati da versare alla Cassa Forense e le opzioni disponibili durante il praticantato.
Come aderire alla Cassa Forense
Una volta che hai completato l’iscrizione all’Ordine degli Avvocati, aderisci in modo automatico anche alla Cassa Forense. Questo passaggio è essenziale perché ti consente di accedere ai benefici previdenziali offerti dalla cassa durante la tua carriera e dopo il pensionamento. Tuttavia, è importante essere consapevoli dei tre tipi di contributi che dovrai versare durante il tuo percorso come avvocato.
Contributi Avvocati: le tipologie
Il primo di questi contributi è il contributo soggettivo. Questo contributo è cruciale per la creazione della tua futura pensione da avvocato. Si calcola applicando il 15% al tuo reddito imponibile, che è essenzialmente il valore che ottieni sottraendo dalle tue entrate le spese sostenute per la tua attività. Indipendentemente dall’ammontare che hai incassato durante l’anno, dovrai comunque versare un importo fisso minimo di 3.185€. Tuttavia, ci sono alcune riduzioni previste:
- nei primi 8 anni di iscrizione, l’importo fisso minimo può essere ridotto a 1.592,50€
- se hai meno di 35 anni, puoi sfruttare una riduzione del contributo soggettivo per 6 anni, abbassandolo a 796,25€
Il secondo contributo è il contributo integrativo. Questo contributo serve a finanziare l’attività della tua cassa previdenziale e deve essere addebitato in fattura ai tuoi clienti. La percentuale da applicare è del 4% sui tuoi compensi. È importante notare che esiste un importo minimo per il contributo integrativo, che per il 2023 è di 700€. Questo importo rappresenta la quota minima da versare, indipendentemente da quanto avrai incassato durante l’anno.
Il terzo e ultimo contributo riguarda la maternità ed è pari a 95€. Questo contributo è destinato a sostenere tutte le donne iscritte alla cassa forense che accedono all’indennità di maternità, garantendo un supporto finanziario in un momento cruciale della loro vita.
Esempio calcolo Contributi Avvocato
Per avere un’idea più chiara di come questi contributi si traducano in pratica, consideriamo un esempio. Immaginiamo Andrea, un avvocato con Partita IVA in regime forfettario che ha incassato 60.000€. Il suo coefficiente di redditività, ossia la percentuale di incasso su cui deve pagare le tasse, è del 78%. Ecco come si calcolano i suoi contributi:
- Incassi: 60.000€
- Imponibile fiscale: 60.000€ x 78% = 46.800€
- Contributo soggettivo: 46.800€ x 15% = 7.020€
- Contributo integrativo: 60.000€ x 4% = 2.400€
- Contributo di maternità: 95€
- Totale contributi da versare alla cassa forense: 7.020€ + 2.000€ + 95€ = 9.115€
Questo esempio illustra come i contributi vengono calcolati in base al reddito imponibile dell’avvocato e come si sommano per determinare l’importo totale da versare alla cassa forense.
Praticantato
Durante il periodo di praticantato, hai alcune opzioni riguardo ai contributi. Puoi scegliere di versare i contributi alla cassa forense, permettendo così di iniziare a costruire la tua futura pensione da avvocato. Durante questo periodo, non devi versare il contributo integrativo minimo, e il contributo soggettivo è ridotto. Alternativamente, puoi optare per il versamento dei contributi alla Gestione Separata, pagando il 26,23% sul tuo reddito imponibile senza alcuna quota minima da rispettare.
Un’altra possibilità è quella di versare i contributi alla cassa forense in modo retroattivo per tutti gli anni di praticantato una volta ottenuta l’abilitazione a svolgere la professione di avvocato. Questa scelta ti consente di coprire i periodi di formazione e preparazione e di assicurarti un sostegno previdenziale adeguato per il futuro.