Hai debiti con Equitalia e vanti crediti verso la Pubblica Amministrazione PA? Non riesci ad incassare un credito verso la Stato e hai delle cartelle esattoriali non pagate?
La compensazione cartelle esattoriali e crediti verso PA è la soluzione al tuo duplice problema.
Prorogata di anno in anno la possibilità di compensazione cartelle esattoriali con i crediti vantati verso lo Stato, le Regioni, le Province e gli enti locali. Invariate le modalità e le condizioni da rispettare per accedere alla compensazione. Vediamo come procedere per non sbagliare.
Cos’è la compensazione dei crediti?
La compensazione rappresenta una modalità di estinzione di un debito attraverso l’utilizzo di un credito esistente. È possibile quando tra le parti esiste un rapporto reciproco di debito/credito; nel caso specifico consiste nella possibilità riconosciuta all’impresa o al professionista di estinguere una cartella esattoriale utilizzando anche solo parzialmente un credito PA.
Requisiti necessari per la compensazione
Per essere valida la compensazione, occorre che il credito vantato nei confronti della PA rispetti alcune condizioni (art. 31-bis Legge 122/2010), ovvero:
- i crediti per somministrazioni, forniture e appalti devono essere certi, liquidi, esigibili e non prescritti;
- l’ammontare del credito deve essere pari o superiore al debito iscritto a ruolo;
- il credito non deve essere stato ceduto ad un istituto di credito;
- il credito deve essere certificato.
Quali debiti possono essere compensati?
La normativa prevede che possono essere compensati i debiti notificati e rappresentati da cartelle di pagamento emesse da Equitalia o i debiti tributari derivanti da accertamenti dell’Agenzia delle Entrate. Più precisamente:
- i tributi erariali, regionali e locali;
- i contributi previdenziali ed assistenziali;
- i premi per l’assicurazione obbligatoria contro infortuni e malattie professionali;
- le entrate spettanti all’amministrazione che ha rilasciato la certificazione;
- le imposte;
E’ possibile compensare anche gli oneri accessori, gli aggi e le spese affidate all’Agente della riscossione e le somme dovute a seguito di contenzioso tributario.
Cos’è la certificazione del credito?
Condizione indispensabile per procedere alla compensazione dei debiti tributari con i crediti verso PA è che quest’ultimi siano certificati da parte dell’ente debitore.
Con la certificazione del credito la Pubblica Amministrazione attesta l’ammontare, l’esistenza e la validità del credito stesso derivante da un contratto di somministrazione, di fornitura, di appalto o di prestazione professionale stipulato con il soggetto richiedente. Con la certificazione è possibile tracciare le eventuali successive operazioni di anticipazione, compensazione, cessione e pagamento, a valere sui crediti certificati.
Per chiedere le certificazioni dei crediti occorre presentare un’istanza tramite la piattaforma crediti del MEF. Vediamo come fare.
Qual è l’iter da seguire per certificare il credito?
Per richiedere la certificazione del credito occorre registrarsi sulla piattaforma dei crediti al piattaforma mef – portale del Ministero dell’Economia e dell Finanze. Successivamente alla registrazione, occorre inviare un’istanza, tramite la piattaforma certificazione dei crediti, per richiedere la certificazione dei crediti all’ente debitore.
Nell’istanza occorre riportare l’ente debitore e indicare dettagliatamente le fatture di cui si richiede la certificazione.
Inviata l’istanza, l’ente debitore verifica la richiesta ed entro 30 giorni dalla ricezione della stessa e rilascia la certificazione del credito, oppure ne dichiara l’insussistenza o inesigibilità inviando una comunicazione all’indirizzo PEC fornito nella richiesta.
Trascorsi i 30 giorni senza che l’ente debitore abbia provveduto a certificare il credito oppure a rigettare l’istanza, il soggetto richiedente può presentare un’istanza per la nomina di un Commissario ad acta, sempre mediante la piattaforma per la certificazione dei crediti del MEF. Il Commissario ad acta dovrà provvedere entro 50 giorni dalla nomina a certificare il credito o a rigettare l’istanza per insussistenza o per inesigibilità.
Come funziona la compensazione cartelle esattoriali?
L’ente debitore invia la certificazione del credito a mezzo PEC al soggetto richiedente.
Con la certificazione, che attesta che il credito PA è certo, liquido ed esigibile, è possibile richiedere ad Equitalia o all’Agenzia delle Entrate la compensazione con il debito tributario direttamente presso gli uffici competenti consegnando la certificazione del credito.
Equitalia o l’Agenzia delle Entrate effettuano ulteriori controlli e, se l’esito è positivo, procedono entro 10 giorni a compensare il debito tributario totalmente o parzialmente con il credito PA, rilasciando apposita attestazione di avvenuta compensazione.
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