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Autocertificazione Impatriati: come funziona e requisiti per le agevolazioni fiscali

SOMMARIO

A partire dal 2024, il regime fiscale per i lavoratori impatriati ha subito significative modifiche, rendendo necessario per chi desidera beneficiarne, la presentazione di un’autocertificazione impatriati. Questa documentazione è fondamentale per poter accedere alle agevolazioni fiscali previste dalla legge, e permette di dimostrare il possesso dei requisiti richiesti dal nuovo regime introdotto con il D.Lgs. 209/2023.

Il nuovo regime fiscale degli Impatriati

Il nuovo regime fiscale per i lavoratori impatriati è stato rivisitato con l’introduzione di alcune restrizioni e nuove condizioni rispetto al precedente. Il decreto legislativo n. 209 del 27 dicembre 2023 ha infatti abrogato il vecchio regime di cui all’art. 16 del D.Lgs. 147/2015, salvo per una fase transitoria applicabile a coloro che hanno trasferito la propria residenza in Italia entro il 31 dicembre 2023.

Il nuovo regime si applica a quei lavoratori che trasferiscono la loro residenza fiscale in Italia a partire dal 2024 e che percepiscono:

  • redditi da lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente
  • redditi da lavoro autonomo, derivanti dall’esercizio di arti e professioni

Non rientrano più nel regime agevolato i redditi di impresa, come invece previsto dalla precedente normativa. Una delle novità più rilevanti riguarda il limite annuale di reddito agevolabile, fissato a 600.000 euro. Entro tale limite, il reddito prodotto concorrerà alla formazione del reddito complessivo solo per il 50%, contro il 30% previsto in passato.

L’importanza dell’autocertificazione

Per accedere a questo regime fiscale agevolato, è fondamentale presentare un’autocertificazione impatriati che attesti il rispetto dei requisiti previsti dalla legge. Tale documento serve a formalizzare la richiesta di agevolazione e deve essere redatto con cura, in quanto ogni dichiarazione in esso contenuta ha valore legale.

Secondo il D.P.R. 445/2000, l’autocertificazione deve includere informazioni precise, tra cui:

  • Nome e dati anagrafici del richiedente
  • Codice fiscale
  • Data di trasferimento della residenza fiscale in Italia
  • Dichiarazione di possesso dei requisiti previsti dalla normativa, come l’impegno a mantenere la residenza fiscale per almeno 4 anni
  • Attestazione della qualifica professionale o della specializzazione del richiedente
  • Eventuali figli minori, per usufruire di un’ulteriore riduzione dell’imponibile

L’autocertificazione deve essere corredata da documentazione a supporto, come ad esempio il certificato di residenza o lo stato di famiglia, nel caso in cui si vogliano richiedere agevolazioni aggiuntive.

I requisiti richiesti per accedere al nuovo regime

Il nuovo regime fiscale per gli impatriati prevede una serie di requisiti stringenti che devono essere rispettati per accedere all’agevolazione. Tra questi, uno dei più importanti è l’impegno a mantenere la residenza fiscale in Italia per almeno quattro periodi d’imposta consecutivi. Questo rappresenta un cambiamento significativo rispetto ai due anni richiesti dal vecchio regime.

Inoltre, il lavoratore deve dimostrare di non essere stato fiscalmente residente in Italia nei tre periodi d’imposta precedenti al trasferimento, e deve possedere una qualifica di elevata specializzazione o qualificazione, come definito dal D.Lgs. 108/2012 e dal D.Lgs. 206/2007.

Un altro requisito fondamentale riguarda l’esclusività della prestazione lavorativa sul territorio italiano, ovvero il lavoratore deve prestare la maggior parte della sua attività lavorativa in Italia. In altre parole, la maggioranza dei giorni dell’anno fiscale devono essere trascorsi in Italia.

Agevolazioni aggiuntive: il caso dei figli minori

Una novità rilevante introdotta dal D.Lgs. 209/2023 è l’agevolazione rafforzata per i lavoratori che trasferiscono la residenza in Italia con un figlio minore, o che vedono la nascita o l’adozione di un figlio durante il periodo di fruizione dell’agevolazione. In questi casi, il reddito prodotto concorre alla formazione del reddito complessivo solo per il 40%, anziché il 50%.

L’autocertificazione impatriati, in questo caso, dovrà contenere le informazioni relative al figlio minore, accompagnate dalla documentazione che attesti il legame familiare e la residenza del figlio in Italia.

Il regime transitorio

È importante sottolineare che, sebbene il nuovo regime impatriati sia entrato in vigore a partire dal 2024, esiste un regime transitorio applicabile a coloro che hanno trasferito la loro residenza entro il 31 dicembre 2023. Questi soggetti possono ancora fruire del vecchio regime agevolato per un massimo di 5 anni, purché rispettino i requisiti previsti dalla normativa previgente.

Per chi, invece, trasferisce o ha trasferito la propria residenza nel corso del 2024, è prevista una proroga dell’agevolazione per ulteriori tre anni, a condizione che il richiedente diventi proprietario di un immobile residenziale in Italia entro il 31 dicembre 2023, o nei 12 mesi precedenti il trasferimento.

Le sanzioni per chi presenta dichiarazioni false

È essenziale che l’autocertificazione impatriati venga compilata con accuratezza e veridicità, poiché dichiarazioni mendaci possono comportare gravi conseguenze legali. Ai sensi dell’art. 76 del D.P.R. 445/2000, le dichiarazioni false sono punibili con sanzioni civili e penali, oltre alla decadenza immediata dal beneficio fiscale e al recupero delle imposte non versate.

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, in caso di decadenza dal regime agevolato per il mancato mantenimento della residenza fiscale in Italia per almeno 4 anni, sarà previsto il recupero dei benefici fruiti, con l’applicazione degli interessi dovuti.

Come presentare l’autocertificazione

L’autocertificazione impatriati può essere presentata in due modalità:

  1. al datore di lavoro per i lavoratori dipendenti, il quale provvederà ad applicare le agevolazioni a partire dal periodo di paga successivo alla richiesta
  2. all’Agenzia delle Entrate tramite la dichiarazione dei redditi, dove il lavoratore indicherà direttamente i redditi agevolati.

In entrambi i casi, è fondamentale che l’autocertificazione venga redatta secondo le linee guida stabilite dall’Agenzia delle Entrate e che sia accompagnata dalla documentazione richiesta.

I moduli dell’Autocertificazione Impatriati

L’autocertificazione impatriati rappresenta un passaggio chiave per chi desidera accedere alle agevolazioni fiscali del nuovo regime 2024. Compilarla correttamente è fondamentale per evitare sanzioni e poter beneficiare appieno degli incentivi previsti. Grazie a queste misure, l’Italia si conferma come un Paese attrattivo per il rientro di lavoratori altamente qualificati, contribuendo così allo sviluppo economico e tecnologico del Paese.

Per scaricare un fac-simile dell’autocertificazione impatriati e ottenere maggiori informazioni sul regime fiscale per rientro dei cervelli, puoi cliccare di seguito in base al formato che ti serve.

AUTOCERTIFICAZIONE IMPATRIATI – LAVORATORI DIPENDENTI

AUTOCERTIFICAZIONE IMPATRIATI – LAVORATORI AUTONOMI

10 risposte

  1. Buongiorno,
    per gli impatriati nel 2024 alla voce di “requisiti di elevata qualificazione o specializzazione è sufficiente una laurea triennale o aver lavorato come service coordinator e quality assurance

  2. Scusate io sono tornata del 2023 e nella mia vecchia azienda ho beneficiato dello sgravo con il regolamento del 2023. Cosa devo fare? Il modulo scaricabile è solo 2024. Devo chiedere alla mia vecchia azienda?

  3. Buongiorno

    Non si riesce a scaricare il Vs pregevole allegato sul bonus degli impatriati.
    Sono rammaricato.

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