Se operi in regime forfettario e ti capita di acquistare beni o servizi da un fornitore estero, potresti trovarti nella situazione di dover emettere un’autofattura. Ma cosa si intende esattamente per autofattura e quando è necessario emetterla? In questo articolo, vedremo in modo chiaro e dettagliato come comportarsi in questi casi, evitando errori che potrebbero comportare sanzioni. Scopri come funziona l’autofattura in regime forfettario.
Cos’è l’autofattura?
L’autofattura è un documento fiscale che viene emesso dal soggetto acquirente di beni o servizi in determinate circostanze. In sostanza, si tratta di una fattura che emetti a te stesso, integrando l’IVA dovuta, laddove il tuo fornitore non lo abbia fatto, come spesso accade con fornitori esteri.
Quando ricevi una fattura da un fornitore estero, ad esempio un’azienda europea o extraeuropea, questa potrebbe non includere l’IVA italiana. Di conseguenza, per adempiere agli obblighi fiscali, il titolare di partita IVA, anche se in regime forfettario, è tenuto a emettere un’autofattura per integrare l’imposta dovuta. Nonostante il regime forfettario preveda di per sé l’esonero dal versamento e dalla dichiarazione dell’IVA sulle fatture italiane, in alcuni casi particolari, come vedremo, si è comunque responsabili del pagamento dell’imposta.
Quando emettere l’autofattura in regime forfettario?
Ci sono casi specifici in cui, anche operando in regime forfettario, è necessario emettere un’autofattura. Questo succede principalmente quando acquisti beni o servizi da fornitori esteri, in particolare:
- Acquisti di servizi da fornitori UE
Se ricevi una fattura da un fornitore situato all’interno dell’Unione Europea per la fornitura di servizi, dovrai emettere un’autofattura per integrare l’IVA - Acquisti di servizi da fornitori extra UE
Se acquisti servizi da paesi extraeuropei, sei tenuto a emettere un’autofattura - Acquisti di beni da fornitori UE
Se acquisti beni fisici da un altro paese dell’Unione Europea, dovrai nuovamente emettere un’autofattura per integrare l’imposta
Un’eccezione riguarda gli acquisti di beni da fornitori extraeuropei. In questo caso, non è necessario emettere un’autofattura perché il pagamento dell’IVA e dei dazi avviene direttamente in dogana al momento dello sdoganamento delle merci.
Come si emette un’autofattura in regime forfettario?
Emettere un’autofattura richiede attenzione a specifici dettagli. Vediamo i passaggi fondamentali per redigerla correttamente:
- Tipologia di documento
Quando si emette un’autofattura, è importante selezionare la corretta tipologia di documento. I codici da utilizzare sono i seguenti:
- TD17: integrazione o autofattura per l’acquisto di servizi dall’estero
- TD18: integrazione per acquisti di beni intracomunitari
- TD19: autofattura per acquisto di beni già presenti in Italia (art. 17, comma 2 del D.P.R. n. 633/1972)
- Anagrafica del fornitore
Inserire i dati del fornitore estero dalla cui fattura si sta emettendo l’autofattura - Data di emissione
La data dell’autofattura deve corrispondere a quella indicata nella fattura originale del fornitore - Descrizione
Inserisci la descrizione del bene o del servizio esattamente come riportato nella fattura ricevuta - Quantità e importo
Riporta la quantità e il prezzo del bene o del servizio indicato sulla fattura. - IVA
Calcola e integra l’IVA italiana sul valore imponibile indicato nella fattura. Per esempio, se il servizio acquistato è esente da IVA, come spesso accade nelle transazioni internazionali, sarai tu a dover applicare l’aliquota IVA italiana (che attualmente è del 22% per la maggior parte dei beni e servizi). - Invio dell’autofattura
Una volta creata l’autofattura, dovrai inviarla al Sistema di Interscambio (SDI), proprio come faresti con una normale fattura elettronica.
Scadenze e sanzioni
È importante rispettare le scadenze previste per l’emissione dell’autofattura. Devi emettere l’autofattura entro il 15 del mese successivo a quello in cui hai ricevuto la fattura dal fornitore estero. Se non rispetti questa scadenza, potresti incorrere in sanzioni. In particolare, la sanzione standard è di 2€ per ogni autofattura non emessa, fino a un massimo di 400€ al mese.
C’è però la possibilità di ridurre la sanzione del 50% se l’autofattura viene emessa entro 15 giorni dalla scadenza. In questo caso, la sanzione massima scende a 200€ mensili.
Oltre all’emissione dell’autofattura, entro il giorno 16 del mese successivo dovrai versare l’IVA dovuta tramite il modello F24.
Esempio pratico di autofattura
Per comprendere meglio come funziona l’autofattura in pratica, immaginiamo di trovarci nella seguente situazione: gestisci un appartamento per affitti brevi tramite una piattaforma come Booking. Alla fine del mese, Booking ti invia una fattura per commissioni pari a 1.000€, ma senza IVA.
In questo caso, dovrai emettere un’autofattura per 1.000€, aggiungendo l’IVA al 22%. Pertanto, l’importo totale della tua autofattura sarà di 1.220€. Successivamente, entro il 16 del mese successivo all’emissione dell’autofattura, dovrai versare i 220€ di IVA tramite modello F24.
Emettere un’autofattura in regime forfettario può sembrare un’operazione complessa, ma con la giusta attenzione e l’uso di strumenti adeguati, può diventare un compito semplice e veloce. Ricorda di rispettare sempre le scadenze per evitare sanzioni e di verificare attentamente i dati inseriti. Se hai dubbi, rivolgiti al nostro studio per evitare problemi futuri.
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