Le criptovalute e le relative tasse costituiscono un argomento di interesse crescente per molti. Le incertezze del passato sono state in parte chiarite con la recente legge di bilancio promulgata dal governo guidato da Giorgia Meloni e diventata efficace il 1° gennaio 2023. In questo articolo, esamineremo le principali modifiche e gli obblighi fiscali nel dichiarare le criptovalute.
Criptovalute secondo il Governo
Prima di tutto, è importante capire come il governo italiano definisca le criptovalute. La definizione è contenuta nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), dove le criptovalute sono descritte come “rappresentazioni digitali di valore o di diritti che possono essere trasferite o memorizzate elettronicamente, utilizzando la tecnologia di registro distribuito o una tecnologia simile.”
Tassazione criptovalute e Bitcoin
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto regole specifiche per il trattamento fiscale delle criptovalute. In particolare, ha incluso “le plusvalenze e gli altri proventi realizzati, da soggetti non imprenditori, mediante rimborso, cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di criptovalute” tra i redditi diversi di natura finanziaria.
L’articolo 67 del TUIR definisce le plusvalenze derivanti dalle criptovalute come la differenza tra il prezzo di vendita o scambio delle criptovalute e il costo di acquisto. Queste plusvalenze sono soggette a un’imposta sostitutiva del 26%, tranne se i redditi relativi alle criptovalute sono inferiori a 2.000 euro nel periodo d’imposta. In questo caso, non sono soggetti a tassazione.
Inoltre, se hai scambiato criptovalute con altre criptovalute che hanno le stesse caratteristiche e funzioni, tale permuta non comporta alcuna tassazione.
Dichiarare le criptovalute nel 2023: obblighi e scadenze
La Legge di Bilancio ha introdotto l’obbligo di segnalare le criptovalute all’Agenzia delle Entrate. Questo obbligo è regolato dal DL 167/90 e richiede di riportare le criptovalute nel quadro RW del modello di dichiarazione dei redditi. Tuttavia, non è ancora chiaro se dovresti dichiarare il prezzo di acquisto o il valore attuale al momento della dichiarazione.
Attualmente, le linee guida contenute nel Provvedimento 151663/2013 dell’Agenzia delle Entrate suggeriscono di utilizzare il costo di acquisto come valore dichiarato. Tuttavia, alcuni professionisti ritengono che il valore di mercato al 1° gennaio 2023 sia la scelta corretta. L’ultima data utile per dichiarare le criptovalute e quindi inviare il quadro RW all’Agenzia delle Entrate è il 30 novembre 2023.
Ravvedimento operoso per le criptovalute: chi è coinvolto e cosa fare
La Legge di Bilancio 2023 affronta anche la questione della regolarizzazione delle criptovalute non dichiarate negli anni precedenti. Tutti i soggetti tenuti agli obblighi di monitoraggio fiscale possono aderire a un ravvedimento operoso per regolarizzare le proprie posizioni relative alle criptovalute. Questo implica la dichiarazione delle criptovalute detenute alla fine di ogni anno, nonché delle plusvalenze realizzate e soggette a ritenuta fiscale.
Coloro che non hanno realizzato redditi dalle criptovalute possono dichiarare il valore delle criptovalute possedute per ciascun anno nel quadro RW della dichiarazione dei redditi. Dovranno anche versare una sanzione per omessa dichiarazione pari al 0,5% del valore delle attività non dichiarate.
Se invece hai realizzato redditi da criptovalute, dovrai pagare un’imposta sostitutiva pari al 3,5% del valore delle criptovalute detenute alla fine di ogni anno (o al momento del realizzo), oltre a un’ulteriore maggiorazione dell’0,5% dello stesso valore a titolo di sanzioni e interessi, che copre le violazioni nel monitoraggio fiscale.
Il 2023 ha quindi portato chiarezza su come e quando dichiarare le criptovalute in Italia. Il tutto attraverso nuove regole e obblighi che coinvolgono i possessori di criptovalute nei processi di dichiarazione dei redditi e tassazione.
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