Finalmente anche in Italia, con il Decreto Sviluppo bis, le Start-Up innovative possono pagare i propri collaboratori con partecipazioni al capitale d’impresa.
Negli ultimi anni si sta diffondendo anche in Italia il work for equity, ossia una forma alternativa, per le Start-Up innovative e le PMI, di remunerazione di dipendenti, collaboratori e amministratori, che gode di un trattamento fiscale agevolato.
Cos’è il work for equity?
Il work for equity è una modalità alternativa di retribuzione già da tempo diffusa negli Stati Uniti e disciplinata dal D.L n.179 del 2012 per incentivare i dipendenti di start-up e piccole e medie imprese innovative. Tale modalità permette quindi di retribuire dipendenti, collaboratori e management per le prestazioni lavorative svolte attraverso la distribuzione di azioni, quote o altri strumenti finanziari partecipativi (stock option).
Grazie al work for equity, è possibile per le start-up usufruire di prestazioni specialistiche grazie alla possibilità di remunerare le prestazioni offerte con la partecipazione al capitale dell’impresa.
In questo modo le nuove attività hanno la possibilità di assumere personale qualificato, disposto a lavorare in strutture innovative ma non ancora economicamente stabili, al posto di un compenso immediato, ricevono quote aziendali.
Qual è il trattamento fiscale?
Il Decreto Crescita 2.0 (D.L. n.179 del 2012) ha previsto un particolare regime fiscale e contributivo secondo cui il reddito di lavoro dipendente costituito dalle prestazioni remunerate attraverso strumenti finanziari sia esente da imposte dirette e da obblighi contributivi.
Tuttavia, nel caso di cessione da parte del lavoratore, è prevista l’applicazione della disciplina ordinaria in materia di tassazione delle plusvalenze a titolo oneroso (NB. Le società possono stabilire un periodo di detenzione obbligatorio, il cosiddetto Vesting period, prima del quale non è ammessa la possibilità di cessione delle quote ricevute).
Chi può beneficiare del regime agevolato?
La disciplina del work for equity si applica agli strumenti finanziari distribuiti dalla società a:
- amministratori;
- lavoratori dipendenti, sia a tempo pieno che part-time;
- collaboratori continuativi, per intenderci quelli il cui reddito rientra tra quelli assimilati al lavoro dipendente (sono escluse invece le collaborazioni meramente occasionali il cui reddito è qualificato come reddito diverso).
Quali sono le condizioni?
Il regime agevolato previsto dal Decreto Crescita 2.0 per il work for equity è applicabile e valido se sono operanti le seguenti condizioni:
- gli strumenti finanziari (ossia azioni, quote, diritti o altri strumenti finanziari partecipativi) siano emessi e distribuiti, a titolo gratuito o oneroso, dalla start-up innovativa presso cui il soggetto lavora ovvero da una società direttamente controllata;
- la distribuzione sia successiva al 2012, entrata in vigore del Decreto, e fino ai quattro anni successivi alla costituzione della società, ossia il periodo in cui si qualifica come start-up.
Quali sono i punti di forza?
La scelta di remunerare il proprio personale attraverso stock option permette di ottenere alcuni vantaggi. Infatti, oltre al trattamento fiscale agevolato per i beneficiari, l’assegnazione di azioni permette alla società di:
- Incentivare e fidelizzare il proprio personale che è direttamente coinvolto nell’andamento positivo della società;
- evitare alle giovani aziende di erogare stipendi difficili da sostenere almeno nella fase di start-up in cui, tipicamente, non c’è liquidità;
- legare i dipendenti all’azienda e consentire loro di partecipare al raggiungimento del futuro successo aziendale;
- accedere a prestazioni professionali qualificate altamente onerose utilizzando gli strumenti finanziari.
Attenzione, con la partecipazione al capitale sociale ci si assume anche il rischio imprenditoriale, infatti i lavoratori e i consulenti parteciperanno sia al successo del nuovo business che ad un eventuale insuccesso. In caso il progetto fallisse, le azioni perderebbero il loro valore e le prestazioni lavorative non verrebbero più ricompensate.
Come funziona il work for equity?
L’assegnazione di azioni o quote può avvenire in diversi modi (cfr. modello del Mise), ad esempio;
- mediante aumento di capitale a titolo gratuito: in tal caso le azioni e le quote possono essere assegnate gratuitamente ai lavoratori dipendenti della start-up, con delibera dell’assemblea dei soci e tenendo conto della misura degli utili distribuibili (art. 2349 cod. civ.)
- mediante aumento di capitale a titolo oneroso: le azioni e le quote possano essere attribuite anche grazie ad aumenti di capitale a pagamento, “offerti in sottoscrizione ai dipendenti, amministratori, collaboratori continuativi del soggetto abilitato (la start-up)”. In questo caso è l’assemblea che fissa il prezzo di sottoscrizione.
Anche l’assegnazione di strumenti finanziari può avvenire sia a titolo gratuito che oneroso. In entrambi i casi il capitale sociale non varia, a fronte dell’emissione di strumenti finanziari si viene infatti a costituire una riserva del patrimonio netto.
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