Fai ripetizioni private? Vendi articoli su eBay? Ospiti sul tuo blog annunci AdSense? Forse ti sarai già chiesto se sei tenuto ad aprire Partita IVA… Ecco quando e come ti trovi a svolgere un’attività che ha necessità di essere regolamentata dal fisco.
Determinare con esattezza il momento in cui diventa obbligatorio aprire partita IVA non è sempre facile e possono nascere dubbi su come essere in regola con il fisco. Vediamo come dissipare i tuoi dubbi e capire quando è obbligatorio aprire la partita IVA.
Prestazione occasionale o devo aprire partita IVA?
In un precedente post abbiamo analizzato quando è possibile lavorare senza aprire Partita IVA, attraverso un contratto per prestazione di lavoro autonomo occasionale (Limiti prestazione occasionale: i dettagli per il 2019), mentre in questo articolo la nostra analisi sarà focalizzata sul momento in cui l’apertura della partita IVA diventa necessaria. Ad esempio, se si vende la bicicletta usata su eBay sicuramente non occorrerà aprire partita IVA, ma se si vendono articoli costantemente oppure si effettuano ripetizioni private occorrerà valutare cosa è necessario fare. Esaminiamo la faccenda in 7 quesiti.
1. Quali soggetti sono obbligati ad aprire partita IVA?
La “Partita IVA” è regolamentata dal D.P.R. 633/72 che stabilisce:
“l’imposta sul valore aggiunto si applica sulle cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato nell’esercizio di imprese o nell’esercizio di arti e professioni e sulle importazioni da chiunque effettuate”.
Di conseguenza, è necessario aprire la partita IVA quando viene esercitata un’attività di lavoro indipendente in modo abituale; più precisamente:
- coloro che svolgono un’attività di impresa (ad es. ditte individuali, artigiani, commercianti)
- coloro che esercitano un’attività di lavoro autonomo intellettuale (ad es. liberi professionisti, artisti) (cfr per un approfondimento il link /liberi-professionisti/)
2. Quando aprire partita IVA?
Anche se la normativa non determina in modo esplicito “quando aprire la partita IVA“ per essere in regola con la propria attività, nell’art. 5 del DPR 633/72 stabilisce che:
“Per esercizio di arti e professioni si intende l’esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, di qualsiasi attività di lavoro autonomo da parte di persone fisiche ovvero da parte di società semplici o di associazioni senza personalità giuridica costituite tra persone fisiche per l’esercizio in forma associata delle attività stesse.”
Da qui ne discende che l’obbligo di apertura partita IVA dipende dal carattere di abitualità o di occasionalità con cui viene svolta l’attività (art. 5 DPA 633/1972 DPR 633/72):
- Nel caso di abitualità diventa necessario aprire la partita IVA;
- Nel caso di occasionalità non occorre aprire partita IVA.
3. Liberi professionisti e prestazione occasionale?
Il Ministero dellʼEconomia e delle Finanze con la nota del 25 febbraio 2015, in risposta al Consiglio nazionale degli ingegneri, ha ribadito che i professionisti iscritti in appositi albi (avvocati, commercialisti, ingegneri etc.) devono obbligatoriamente aprire la partita IVA per l’esercizio della propria attività, per ogni tipo di prestazione professionale, anche se trattasi di attività occasionale ed i relativi compensi vengono qualificati sempre come reddito di lavoro autonomo (ad esempio gli ingegneri civili non possono emettere una ricevuta occasionale per una progettazione, anche se trattasi di una singola attività).
4. Quando non conviene aprire partita IVA?
Quando l’attività viene svolta in modo occasionale non è necessario l’apertura della partita IVA ed è possibile stipulare un contratto di lavoro autonomo occasionale rispettando i seguenti limiti:
- la collaborazione con uno stesso committente non deve superare i trenta giorni nello stesso anno solare, altrimenti diventa abituale e continuativa;
- la somma dei compensi percepiti da uno stesso committente non può essere superiore ai 5000 euro lordi in uno stesso anno solare.
Nel caso in cui i compensi occasionali percepiti nell’anno, anche se da diversi committenti, superino i 5.000 euro occorre iscriversi alla Gestione Separata dell’INPS, versando i contributi in forma percentuale sui compensi percepiti sull’eccedenza rispetto ai 5.000 euro.
Per questi soggetti non occorre aprire p. IVA e possono emettere una ricevuta per prestazione occasionale, dichiarando i redditi percepiti come redditi diversi nella dichiarazione dei redditi.
Nel caso di lavoratori dipendenti che svolgono lezioni e ripetizioni private regolarmente (il caso dei docenti), sarebbe necessario invece richiedere autorizzazione per questa seconda attività (cfr anche Inps e lavoro dipendente).
5. Dove si apre la partita IVA?
E’ possibile aprire p. IVA online, tramite intermediario abilitato o Fisconline oppure presentare la richiesta di apertura direttamente all’Agenzia delle Entrate:
- recandosi presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate con apposito documento di riconoscimento;
- con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, con in allegato fotocopia del documento di riconoscimento.
Ecco il modello da compilare per aprire partita i v a.
6. Quanto costa aprire partita IVA?
Aprire la partita IVA è gratuito, ma occorre considerare i costi connessi all’iscrizione in Camera di Commercio per le ditte individuali o gli artigiani e, ad eventuali costi di iscrizione ad albi di appartenenza per i liberi professionisti.
L‘iscrizione in Camera di Commercio comporta il sostenimento dei seguenti costi:
- diritti di segreteria pari ad € 18,00;
- diritto camerale annuale pari ad € 57,00;
- marca da bollo pari ad € 17.50.
7. Se non viene aperta la partita IVA cosa si rischia?
Coloro che svolgono un’attività in modo professionale ed abituale senza procedere all’apertura della partita IVA, si espongono ad eventuali controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, la quale potrebbe richiedere il versamento dell’IVA evasa oltre che il recupero delle eventuali imposte non versate ed in più sanzioni ed interessi.